La sua azienda produce sogni d’oro. Cristian Bergamaschi è socio e amministratore di B & T S.p.A, che realizza materassi con marchio Dorelan. Partita da un piccolo garage da 500 metri quadri, oggi ha sede in uno stabilimento all’avanguardia che occupa 36mila metri quadri di fronte al casello autostradale di Forlì.
Bergamaschi, come è nata la B & T S.p.A?
L’azienda è stata fondata nel 1968, da mio padre Pietro Paolo e dal suo socio Diano Tura, che operavano già come dipendenti all’interno di un mini-opificio di realizzazione di materassi. Tutto è partito da un piccolo garage di 500 metri quadri, poi nel tempo grazie alla capacità, alla visione, al mercato crescente e a un pizzico di fortuna, siamo stati in grado di accrescere la nostra presenza sul mercato, aumentare la nostra manodopera, svilupparci in termini di spazi e di conseguenza di volumi di fatturato e di visibilità sul mercato nazionale ed internazionale.
Di che cosa vi occupate in particolare?
Siamo passati da una produzione originaria di materassi a molle, che è sempre stato il nostro core business, a una gamma odierna che spazia dai poliuretani ad alta e media densità, a prodotti in lattice fino a materassi a molle indipendenti. Realizziamo internamente tutta una serie di complementi del materasso quali la base letto, i guanciali, le fodere e i coprimaterassi. Cinque anni fa abbiamo lanciato anche una gamma trasversale completa di letti tessili imbottiti. Cerchiamo quindi di allargare la nostra tipologia di prodotti per i nostri rivenditori.
C’è un prodotto di cui va particolarmente fiero?
Il nostro articolo di punta si chiama “Origin”, è un materasso con quattro diversi strati di poliuretani ad alta densità, e sono tutti materiali esclusivi e di nostra produzione interna, quindi assolutamente non replicabili e coperti da privativa industriale. “Origin” è il primo materasso certificato ergonomico a livello europeo, perché risponde positivamente a sette requisiti molto stringenti delineati da un istituto di certificazione di Udine. Al termine della ricerca sui materiali e i test sul prodotto, siamo arrivati a ottenere questo importante riconoscimento.
Nella vostra azienda avete anche una branca Ricerca e Sviluppo?
Sì, nel nostro dipartimento Ricerca e Sviluppo abbiamo tre risorse, di cui una è il socio fondatore Diano Tura, che continuamente ricercano e sviluppano innovazioni di materiale, prodotto e processo.
Una parte dei vostri materassi sono realizzati anche a mano?
La nostra produzione si basa su un connubio di due metodi di lavorazione, uno altamente automatizzato e industrializzato, investendo in macchinari e impianti all’avanguardia e studiando molti di tali dispositivi con i fornitori, in modo da adattarli alle nostre esigenze. Dall’altra abbiamo una manodopera specializzata a livello sartoriale, per offrire un connotato di artigianalità e manualità al prodotto soprattutto nel confezionamento delle fodere, cioè nella parte del rivestimento esterno del materasso che è curato in maniera scrupolosa dalle nostre maestranze.
Realizzate anche materassi ad acqua?
Si tratta di una nicchia che abbiamo ritenuto non fosse strategica per il nostro business complessivo.
Com’è e dove si trova il vostro nuovo stabilimento?
Il nuovo stabilimento, nel quale ci siamo insediati a gennaio, è vasto 36mila metri quadri e si trova fronte autostrada all’altezza del casello di Forlì, altamente visibile quindi sull’A14 Bologna-Taranto. Occupiamo 147 dipendenti e abbiamo chiuso il 2011 con un fatturato di 34,5 milioni di euro.
Qual è l’importanza per sua azienda di essere associata a FederlegnoArredo?
Noi siamo degli associati storici, anche perché l’anima Arredo della federazione si dipana in sottogruppi tra i quali c’è “Sistemi per dormire”, del quale facciamo parte insieme ad altri 40 colleghi. A livello associativo ci muoviamo in modo sincrono e collettivo, e riteniamo che l’associazione sia uno strumento importante per avere a disposizione novità, informazioni e soprattutto per fare ancora più squadra in questo determinato momento storico. L’associazionismo è sicuramente uno dei metodi per uscire dalle secche della crisi.
(Pietro Vernizzi)