NEW YORK — “How many legs a chair has?”. “Four!”, risponde in coro il South Theater a Roberto Snaidero, che alla fine dell’incontro “Reality and work, the adventure of men alive” si concede un fuori programma. “Wrong!” replica il presidente di Federlegnoarredo: una sedia può avere meno di quattro gambe, anche una sola. Oppure più di quattro. Ci sono sempre mille modi, c’è sempre un modo nuovo di progettare, produrre o vendere un arredo millenario. Ci sono sempre mille vie, c’è sempre una via nuova per un uomo, un impresa, un’intera economia che perseguono desideri, strategie, obiettivi macro: un reddito individuale o nazionale; un lavoro singolo o l’occupazione per quel 40 per cento di giovani italiani che non ce l’ha. Ma anche — oppure — un prodotto “ben fatto”, un lavoro “ben compiuto”: come rammenta Paolo Palamara nel suo personale fuori programma (la lettura di una pagina di Péguy dal catalogo della mostra di Millet portata dal Meeting di Rimini fino al New York Encounter).



Dalla mostra laboratorio della Federlegno a Rimini scorrono anche — al Metropolitan Pavillon — i due video che fanno da binari all’incontro: un pezzo di legno e lo sforzo quotidiano di un uomo nel trasformare se stesso e la realtà attorno a sé; un pezzo di legno e un paese come l’Italia che chiede alle sue imprese tutte le risorse per battere la crisi come è riuscito a fare il Nord America e non ancora l’Europa. 



Senza l’impresa che crea, investe, occupa, stimola flussi commerciali globali non c’è progresso, non c’è libero sviluppo dell’uomo, insiste Snaidero. Sì, ma attenzione a un mondo sempre più popolato di “self men”, di “imprenditori di se stessi” ridotti alle monodimensioni del profitto finanziario e della concorrenza nemica della relazione, avverte Palamara, architetto “glocal” partito dall’Italia per il Canada. 

Ma la sintesi viene subito trovata su due parole reali come un pezzo di legno o un laboratorio dove uomini pensano e fabbricano: “conoscenza” (Snaidero) e “bellezza” (Palamara). La conoscenza è la base di ogni attività educativa, e in fondo cos’è l’imprenditore se non un uomo che educa se stesso e quelli attorno a lui giorno per giorno, lungo tutta una vita? E’ per questo — dice Snaidero — che la Federlegno sta concentrando la sua strategia sulla formazione. La “bellezza”, sottolinea Palamara, scaturisce quando un uomo che lavora stabilisce un rapporto di piena relazione con la realtà che lo circonda: si tratti di studiare la funzionalità di un piccolo prodotto o — come capita a lui — di immaginare lo sviluppo di una grande città.



(AQ)