Fino ad ora quasi tutte le inchieste sul Covid si erano concluse con richieste di archiviazione. L’epidemia che ha colpito il mondo intero era troppo imprevedibile e sconosciuta da tutti per attribuire responsabilità penali a sanitari, politici o amministratori locali. Da Bergamo arriva un’inversione di rotta e l’incriminazione delle più alte cariche pubbliche. È stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini a numerosi esponenti politici (dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’ex ministro della Salute Roberto Speranza) ed amministratori locali (tra cui l’ex assessore alla Salute della Regione Lombardia, Giulio Gallera) per reati che fanno tremare i polsi: aver cagionato un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni, seppur a titolo colposo, cioè involontariamente.
I casi di applicazione di questa ipotesi delittuosa sono pochissimi e la giurisprudenza è quindi avara di precedenti. Una rara sentenza del 2017 precisa che il delitto di epidemia colposa non è configurabile a titolo di omissione “posto che la locuzione mediante la diffusione di germi patogeni richiede una condotta commissiva”. Insomma all’accusa non basterà dimostrare che gli imputati non hanno posto in essere misure idonee atte a evitare la diffusione del virus, ma addirittura che detta diffusione hanno favorito, seppur per negligenza o incapacità.
Naturalmente per dare un giudizio compiuto occorrerebbe leggere tutti gli atti dell’inchiesta (e in particolare l’elaborato del consulente tecnico del pubblico ministero, oggi senatore del Pd, Andrea Crisanti), ma l’impressione e che la pubblica accusa si trovi di fronte ad un’impresa pressoché impossibile.
Ma in attesa che vi sia la decisione di un giudice, ciò che più colpisce sono le parole del procuratore capo di Bergamo, che ha dichiarato “il nostro dovere è soddisfare la sete di verità della popolazione”. Come dire: dobbiamo dare soddisfazione a tutti coloro che aspettano che i colpevoli dei morti per Covid vengano finalmente individuati e puniti.
È un errore gravissimo. Non per forza di fronte ad una tragedia come la pandemia deve essere individuato a tutti i costi un colpevole da punire con una condanna penale (il reato contestato prevede il carcere fino a dodici anni). Prima di cercare l’autore di un reato occorre verificare se il reato esiste. Occorre avere tutta la comprensione possibile per coloro che hanno perso familiari o amici a causa del Covid e cercano verità e giustizia, ma non sarà certo l’illusione di aver trovato un (probabilmente inesistente) responsabile che potrà dare loro sollievo. Senza tener conto del travaglio che aspetta gli indagati di un processo che potrebbe durerà anni, ma il cui esito appare fin da oggi scontato.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI