In Islanda si sta verificando nelle ultime ore un intenso sciame sismico, più di 20mila scosse dalla fine del mese di ottobre, di cui 1.400 nelle ultime 24 ore. Una serie di movimenti tellurici che, come scrive Fanpage, hanno portato alla chiusura in via precauzionale della laguna blu, una delle principali attrazioni turistiche dell’Islanda. La penisola di Reykjanes è in stato di allerta e si teme in particolare una nuova eruzione vulcanica. L’area è da secoli che è dormiente ma negli ultimi mesi sono stati registrati alcuni eventi importanti, tra cui uno a luglio che è stato preannunciato da un intenso sciame sismico che ha causato più di 2.000 terremoti in soli 20 ore.



Dal 25 ottobre, l’IMO, l’Ufficio meteorologico islandese (IMO) ha registrato ben 22mila scosse di lieve e moderata entità, mentre nella sola giornata di giovedì le scosse sono state 1.400 in sole 24 ore, di cui l’evento principale con una magnitudo 4.8 gradi alle ore 00 e 46 locali. A seguito sono state registrate più di 800 scosse lievi che hanno appunto portato le autorità a chiude la stazione termale geotermica che si trova a sud ovest di Reykjavik.



ISLANDA, SCOSSE CONTINUE DI TERREMOTO: 22MILA DA OTTOBRE. LE PAROLE DELL’IMO

L’area interessata da questi movimenti tellurici fa parte del sistema vulcanico del Fagradalsfjall, una regione dove la placca nord America e quella eurasiatica si stanno separando, e dove si stanno creando delle crepe in cui si sta infiltrando il magma. “Mentre l’accumulo di magma continua – le parole di un portavoce dell’IMO – è prevedibile un’attività sismica sulla penisola di Reykjavík perché l’intrusione di roccia fusa provoca un aumento della tensione nell’area”.

E ancora: “L’attività sismica della scorsa notte e di questa mattina è un esempio di questa frenetica attività sismica che ci si può aspettare, anche se il fatto che ci siamo terremoti più forti dei precedenti non significa necessariamente un aumento della velocità di accumulo di magma”. Secondo gli esperti, dei terremoti sempre più crescenti potrebbero spaccare la crosta fornendo una via di fuga alla roccia fusa.