I sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero nazionale unitario per lunedì 19 dicembre per protestare contro la manovra del governo Monti e per chiedere maggiore equità: i lavoratori pubblici incroceranno le braccia per otto ore, mentre i lavoratori dell’università, della ricerca e Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) per tutta la giornata. Nelle scuole sciopero di un’ora, alla fine delle lezioni o del servizio, mentre nel settore della sanità sciopereranno anche medici e veterinari, anche se le prestazioni essenziali e il servizio di pronto soccorso saranno comunque garantiti. Come se non bastasse, sempre per lunedì 19 è previsto anche lo sciopero unitario dei lavoratori delle Poste italiane, ma nelle ultime tre ore di turno, come anche quello dei lavoratori del settore energia. Il segretario della Cgil Susanna Camusso, intervenendo al convegno ”Prima il lavoro” a Padova, ha confermato che «lunedì ci sarà lo sciopero dei lavoratori pubblici. Continuiamo con i presidi in giro per l’Italia e al Parlamento perché non rinunciamo all’idea di modificare le norme della manovra e di aprire una stagione differente». Una manovra che a detta della Camusso «non ha quei tratti di equità che dovrebbe avere. La Confindustria ha manifestato un atteggiamento molto positivo nei confronti di questa manovra mentre gli operai e la classe media la vivono come molto penalizzante specie nella parte della riforma delle pensioni. La previdenza non è strumento di welfare e di garanzia per questo governo». Inoltre la Camusso ha espresso parecchi dubbi sulla cosiddetta seconda fase della manovra: «Siamo sempre diffidenti che ci sia una fase prima e una fase seconda, perché la sensazione è che la seconda non arrivi mai. È evidente che adesso tutti gli sforzi vanno fatti per correggere le cose più inique della manovra e per avviare una fase di crescita». Molto dura anche la reazione del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che durante il presidio a piazza Montecitorio ha affermato che questa manovra «sembra sia stata fatta da mio zio che non capisce niente di economia», perché «è iniqua ed è contro i lavoratori dipendenti e i pensionati». Di diverso avviso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo cui l’approvazione da parte della Camera rappresenta una «grande prova del parlamento».



Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si dice «lieto che il testo uscito dal Consiglio dei ministri sia stato modificato nel dibattito nelle commissioni e quelle modifiche, a detta di molti, hanno determinato un miglioramento».

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