Il ministro del Welfare Elsa Fornero, come è ormai noto, ha scatenato l’ira dei sindacati, affermando che discutere dell’abolizione dell’articolo 18 non può essere considerato un tabù. Tuttavia, alcune sue posizioni denotano un atteggiamento, nei confronti del lavoro, di segno opposto. Si era detta, infatti, favorevole all’introduzione di una salario minimo garantito per i giovani, contestualmente all’introduzione di percorsi formativi o forme di qualificazione. Oggi, infine, ha ribadito che, personalmente, auspicherebbe l’aumento dei salari. Troppo bassi per troppi lavoratori. Il ministro ha fatto presente che il divario tra tipologie di lavoratori si è decisamente acuito negli ultimi 15-20 anni. Ha, inoltre, precisato, che si tratta della sua personale posizione, lasciando intendere che non implica che il governo la assuma necessariamente come misura per la propria agenda. Poi, si è detta convinta che sia necessario riformare il mercato del lavoro, specialmente per le future generazioni.
A tal proposito, domenica, nella medesima intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui aveva parlato dell’articolo 18, aveva anche ravvisato la necessità di un contrato unico per sanare la frattura tra lavoratori di serie A e di serie B. Per inciso, ci ha tenuto a fare presente che lei, in quell’intervita, non ha mai citato esplicitamente l’articolo che prevede il divieto di licenziare, per le aziende con meno di 15 dipendenti, i lavoratori senza giusta causa o giustificato motivo. In effetti, si era limitata a rispondere ad una domanda del giornalista sull’articolo 18. Va anche detto che, nel rispondere, aveva spiegato che, in materia, non debbano esserci totem o posizioni precostituite. In ogni caso, alla luce delle dure polemiche da parte dei tutti e tre i sindacati principali, ci ha tenuto aribdire che la sua sensibilità in merito alle tematiche del mondo del lavoro è totale ma che le cose vanno cambiate, riprendendo un concetto espresso dal presidente della Commissione Ue Josè Barroso che, presentando le nuove misure contro la disoccupazione dei giovani , ha dichiarato: «Bisogna riformare il mercato del lavoro per agevolare l’ingresso dei giovani».
In seguito, dopo essere intervenuta ad un convegno della Federazione nazionale della stampa italiana, stanca dei numerosi impegni della giornata e dei continui bersagliamenti di telecamere e flash, ha dribblato i cronisti, citando Karl Popper: «Sono cieco, sordo e stupido. Andate via».