Nuovo stop sulla riforma dell’articolo 18. Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, ha infatti spiegato che le proposte finora emerse da parte del governo non sono convincenti per il suo sindacato e non vanno bene. “Per noi l’articolo 18 – ha spiegato a margine di un’iniziativa sindacale a Firenze – è una tutela generale, ha una funzione di deterrenza rispetto all’arbitrio dei licenziamenti. Quindi una discussione deve partire dal salvaguardare questo principio”.



Una doccia fredda dopo che dall’incontro di ieri sera tra il Presidente del Consiglio, Mario Monti, con il segretario del Pdl Angelino Alfano, il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, era stata trovata una linea comune tra i partiti che sostengono l’esecutivo tecnico anche in tema di riforma del mercato del lavoro. Sul tema specifico dell’articolo 18, la linea comune prevede la distinzione tra il licenziamento per ragioni discriminatorie da quello per ragioni disciplinari e quello causato da ragioni esclusivamente economiche. In sostanza si tratterebbe di lasciare la tutela dell’articolo 18 così com’è solamente per i licenziamenti discriminatori. Per quelli determinati da ragioni economiche, al lavoratore dovrebbe essere versato un indennizzo fino a 24 mensilità. La precisa entità dovrebbe essere stabilita dal giudice (con l’onere della prova a carico del lavoratore). Giudice che dovrebbe avere un ruolo chiave nei licenziamenti disciplinari. Spetterebbe infatti a lui scegliere tra la reintegra e l’indennizzo per il lavoratore (con l’onere della prova a carico del datore di lavoro).  Un articolo 18 “alla tedesca”, come è stato ribattezzata questa ipotesi di riforma, dato che in Germania il giudice ha la facoltà di poter decidere tra reintegra sul posto di lavoro o indennizzo economico.



I leader politici che si sono incontrati ieri con Monti hanno espresso l’auspicio che gli orientamenti esposti possano trovare l’accordo delle parti sociali e ottenere un’approvazione tempestiva da parte del Parlamento. Tuttavia a questo proposito Susanna Camusso ha spiegato che ritiene che “la trattativa vada fatta con le parti sociali”.

Si prevede quindi un fine settimana infuocato su questo tema, dato che il prossimo incontro tra governo e parti sociali è fissato per martedì e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha già ripetuto che pensa di poter arrivare a un accordo complessiva sulla riforma del lavoro entro la fine della prossima settimana. Anche su questo le dichiarazioni della Camusso sono state lapidarie: “Gli accordi sono possibili quando c’è un merito che viene condiviso: se dovessi dirlo oggi, credo che ci sia ancora della strada da fare”.