Mario Monti è intervenuto ieri a Cernobbio durante il forum di Confcommercio. Prima di lui avevano parlato anche il ministro Fornero e il ministro Passera, tutti e due a difendere con orgoglio il decreto sulla riforma del lavoro. Decreto che ha ovviamente difeso con orgoglio anche il premier, precisando un punto importante. Ha infatti fatto riferimento alla formula “salvo intese” con cui è stato definito ufficialmente il decreto sulla riforma del lavoro, la possibilità ciò di apportare modifiche. Ma per Monti questa formula, ha detto, non significa che si possono fare cambiamenti prima del dibattito parlamentare. Nessuno si illuda di fare incursioni ha detto, il processo relativo al decreto non è aperto a nessun contributo esterno. Ci sarà ovviamente il dibattito in parlamento in cui potranno essere apportate eventuali modifiche concordate, ma il governo non fa un passo indietro rispetto a quanto deciso: “E’ il Parlamento a decidere se farlo cadere, approvarlo in blocco o modificarlo” ha detto. Chiuso dunque il discorso relativo all’articolo 18, quello che sta suscitando più polemiche, nonostante il segretario del Pd annunci che tale articolo dovrà essere cambiato. Per non parlare della Cgli che ha pronta manifestazioni e scioperi. Monti per una volta è sembrato usare parole più forti del solito, dando precise colpe al precedente governo, quello Berlusconi, per non aver avviato le riforme necessarie. Specialmente facendo riferimento alle nuove tasse. In modo simpatico, nonostante appunto le controversie in corso, Monti è stato filmato ieri mentre era a pranzo proprio con Bersani e la Camusso. E’ stato così possibile cogliere questo passaggio: “Pensi che il Parlamento sia impermeabile alle parti sociali?”, domanda di Monti. La Camusso: “No, il Parlamento non può essere impermeabile alla vita sociale del Paese”. Tornando al suo discorso, Monti se l’è presa e non poco con l’ex ministro leghista Maroni: un ottimo ministro degli interni ha detto, ma non posso credere che una persona che ha fatto parte di un governo possa adesso dire le cose che sta dicendo lui. Il riferimento è alle pesanti critiche che arrivano dalla Lega verso il governo Monti. Poi una battuta, e neanche tanto battuta, sui ministeri del nord voluti dalla Lega a Monza: “Insomma abbiamo chiuso quegli strani dipartimenti a Monza. Purtroppo crediamo con questo di avere fatto opera squisitamente meritoria sul piano del consenso e della osservanza della Costituzione, ma dal beneficio economico molto modesto”.
Molti gli applausi in sala a queste parole. Insomma, un Monti che rivendica la bontà del suo provvedimento ringraziando ripetutamente i suoi ministri che lo hanno sostenuto all’unanimità.