Uno dei compiti più importanti del leader consiste nel prendere coscienza dei bisogni emotivi dei suoi collaboratori, nel prendersi cura di loro. La componente psicologica diventa cruciale e l’umorismo, come equilibratore del potere, è un chiavistello che permette di gestire meglio le relazioni interpersonali, i conflitti con mano più leggera, un’arma formidabile contro gli abusi di potere e contro chi si ostina a rifiutare l’evidenza delle cose. Erasmo da Rotterdam, nel suo Elogio alla follia, esamina il rapporto tra il leader-giullare e il particolare valore che esso assume quando va a limitare le conseguenze dell’arroganza e dell’ostilità. La comunicazione, diventa, quindi, un’esigenza forte perché il leader si troverà ad affrontare i sentimenti e i desideri dei propri seguaci cercando prima di tutto di capirli, di capire la loro personalità, il loro carattere, la loro storia personale.



Leader si nasce o si diventa? Per rispondere a quest’annosa domanda, Kets De Vries, nella sua opera “Leader, giullari e impostori” cita l’esempio del Dalai Lama. Parla di un bimbo che a furor di popolo viene individuato (identificato come reincarnazione di una divinità) e trasferito con la sua famiglia nella capitale del Tibet e incoronato nel palazzo di Potala. Viene poi messo a studiare le opere di Buddha e 51 anni dopo si iniziano a vedere i risultati della sua educazione. Il figlio di un semplice agricoltore viene celebrato come grande statista, pubblica molti saggi e ottiene persino il premio Nobel per la pace. La domanda rimane aperta: “Il destino di questo leader sarebbe stato lo stesso se non avesse avuto le stesse opportunità di studio e di influenzamento?”.



Nello loro studio “The Leadership Challenge” Kouzes e Posner, hanno evidenziato i comportamenti che denotano capacità di leadership o che contraddistinguono i leader di successo.

Ispirare una visione comune:i leader passano molto tempo a cercare di vedere cosa c’è all’orizzonte, immaginare quello che desiderano raggiungere come obiettivo finale. Qualcuno la chiama vision, altri preferiscono parlare di obiettivi a lungo termine. I leader vivono per trasformare questo sogno in realtà. Uno dei componenti di leadership è proprio ispirare una visione condivisa, trasferendo le proprie speranze verso le persone che li seguono e permettono anche a loro di intravedere quel futuro in modo che diventi una aspirazione comune.



Mettere gli altri in grado di agire: i leader non raggiungono il successo da soli. Ottimi leader sono coloro che cercano il supporto e l’assistenza di tutti coloro che, in quel momento, sono necessari per realizzare un progetto. Loro sanno che la cosa più importante è raggiungere il risultato e fanno di tutto per permettere alle persone di operare al meglio e fare, quindi, un buon lavoro. Si trovano a incoraggiare i collaboratori, a costruire team efficaci, a sviluppare e gestire le persone ad alto potenziale.

Tracciare il percorso: la vision è importante, ma è anche vero che grandi sogni non diventano realtà da soli. I leader devono avere piani dettagliati per poterli raggiungere. Devono avviare progetti, verificarne l’andamento e se necessario attuarne le necessarie azioni correttive. In una sola frase, i leader devono tracciare il percorso.

Infondere coraggio: quanto agli obiettivi, sfidanti e difficili da raggiungere, può succedere che le persone si possano sentire esauste, frustate e talvolta disincantate. Talvolta le differenze tra l’approccio idealistico e la dura realtà porta a gravi crisi di rigetto e di sconforto. È soprattutto a questo punto che il compito richiesto ai leader è proprio quello di infondere coraggio alla loro persone. Talvolta è importante lavorare sulle piccole cose, sui riconoscimenti ad esempio, che sono attività spesso trascurate, ma fondamentali dal punto di vista emozionale.

Mettere in discussione i paradigmi: la leadership è un processo pro-attivo e re-attivo, o peggio ancora passivo. Molti attribuiscono il successo dei leader alla “fortuna”, oppure al fatto che una persona è stata “l’uomo giusto al posto giusto, al momento giusto”. Eppure il fatto di aver anticipato un mercato, di aver puntato sull’innovazione tecnologica o su nuovi prodotti, di aver rotto le regole del passato per intraprendere nuove sfide, può essere la giusta chiave di lettura di un’attività che possiamo sintetizzare con la frase “mettere in discussione i paradigmi”.

L’uso della comunicazione diventa essenziale in almeno quattro dei cinque indirizzi precedentemente illustrati. Nell’ispirazione di una visione comune è racchiuso il cuore dell’azione di leadership: “Ho un sogno e te lo racconto in modo che insieme ci impegniamo a farlo diventare realtà!”. L’uso della comunicazione è fondamentale anche per mettere gli altri in grado di agire, fornendo indicazioni, direttive e insegnamenti utili a favorire tale processo.

Il leader agisce in prima persona traccia il percorso e lo descrive ai suoi seguaci, lasciando loro una strada sicura da percorrere.