Marxismo e cristianesimo o liberalismo? Davvero c’è un salto invalicabile tra fatti e valori? E ancora, che attualità ha il concetto di alienazione, e come si riflette dal contesto economico a quello morale? Qual è la relazione tra scienza e ideologia nella sociologia e nella scienza politica contemporanee?

Tali questioni filosofiche cruciali sono affrontate – assieme a molte altre – in Un aristotelismo sovversivo: MacIntyre oltre il dis-ordine liberale (Mimesis 2020), il nuovo libro di Sante Maletta, professore di Filosofia politica all’Università degli Studi di Bergamo e già autore di libri e saggi sui problemi della politica e morale contemporanee. Tra i tanti basta qui ricordare Biografia della ragione: saggio sulla filosofia politica di MacIntyre (Rubbettino 2007) per la stretta continuità tematica con quest’ultimo lavoro.



Un aristotelismo sovversivo si propone di illustrare alcuni passaggi fondamentali del percorso di Alasdair MacIntyre, filosofo nato a Glasgow nel 1929 e tuttora attivo – sia pure come emerito – all’Università di Notre Dame (Indiana, Usa). Si tratta di uno dei dieci filosofi più citati tra gli autori viventi.



Eppure il nome non è certo famoso in Italia. Come mai? Al di là di una più ampia questione sul ruolo e sulla visibilità della filosofia accademica, la quale va ben oltre il contesto nazionale, ciò si spiega alla luce del pensiero ostinatamente anticonformista e critico del filosofo scozzese, al suo approccio sovversivo (rispetto alla cultura mainstream) al problema umano del bene e della felicità.

Dal rifiuto del liberalismo predominante, visto come una contraddittoria e alienante ideologia, sino alla critica della separazione tra fatti e valori – presupposto di gran parte della ricerca accademica contemporanea in ambito politico e morale –, MacIntyre ha assunto nel corso della sua lunga e produttiva vita un gran numero di posizioni scomode, culminanti nella pubblicazione nel 1981 di After Virtue (Dopo la virtù), suo testo più famoso, contestazione sferzante dei capisaldi intellettuali e sociali dominanti. Ed è appunto questo primo e più battagliero periodo – dalla formazione intellettuale alla pubblicazione dell’opera più nota – che Maletta ricostruisce con una vastità e una profondità di riferimenti probabilmente unica nel panorama degli studi macintyreani italiani, senza per questo rinunciare alla chiarezza e sintesi espositive.



Per una singolare coincidenza, “l’eretico” MacIntyre meriterebbe un’attenzione speciale nel dibattito culturale del Bel Paese. Il filosofo di Glasgow si distingue infatti per aver abbracciato il marxismo – e il trotzkismo – da giovane, e aver svoltato verso l’aristotelismo e il tomismo proprio a partire dal 1981. Nonostante questa evoluzione singolare, MacIntyre continua sino a oggi a rifarsi ad alcuni degli strumenti intellettuali marxisti per criticare l’alienazione e l’ideologia del sistema capitalistico e delle maschere – anche espressivamente definitive auto-immagini – con cui questo si giustifica e si copre, a dispetto della frustrazione che impone ai bisogni e ai desideri delle persone.

E altrettanta attenzione meriterebbe il MacIntyre più recente, più attento a rivalutare alcuni temi e personaggi della filosofia liberale, tra i quali in particolare Kant e Mill. Un aristotelismo sovversivo non copre quest’ultimo periodo, all’interno del quale spicca Ethics in the Conflicts of Modernity (L’etica tra i conflitti della modernità) del 2016, forse l’ultima grande opera del filosofo scozzese, di cui è imminente la traduzione italiana presso i tipi della Jaca Book. Un’ottima occasione di approfondimento della conoscenza del pensiero macintyreano, a contatto con i maggiori interpreti del suo pensiero a livello internazionale, sarà il convegno Razionalità pratica e differenza umana organizzato dall’Università di Bergamo in collaborazione con la Società Internazionale di Ricerca MacIntyreana (Isme), che si terrà in modalità on line dal 12 al 15 luglio 2021.

Nel frattempo, Un aristotelismo sovversivo contribuirà senz’altro a correggere la sottovalutazione di MacIntyre particolarmente nel panorama italiano – dove cristianesimo e marxismo sono stati politicamente e culturalmente centrali – e, obiettivo ulteriormente importante, a far conoscere una prospettiva innovativa e informata dalla tradizione del pensiero filosofico e storico sui principi e le forme sociali e politiche di una società giusta (come recita il titolo delle conclusioni del libro).

Mercoledì 14 aprile alle ore 17,30 il libro sarà presentato in zoom a cura di Prologos, Gruppo per scoprire interrogare insegnare la filosofia. Saranno presenti l’autore Sante Maletta e, come discussant, Marco Cangiotti. Seguirà un libero dibattito. Per collegarsi aprire il sito: www.prologos.it.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI