Luigi Mastroianni è intervenuto a “Oggi è un altro giorno” in collegamento da Palagonia, per un’intervista relativa al suo rapporto con il fratello Salvo e al libro “Mio fratello è un gigante”: “Questo libro è stato scritto in tempi di lockdown per mandare un messaggio. L’ho voluto fortemente e l’ho concepito già negli anni. Sin da piccolo avevo raccolto delle note su cosa accadeva tra me e mio fratello e si è quindi realizzato questo sogno. Mio fratello è un ragazzo speciale, affetto dalla sindrome di Down, che io amo profondamente. Abbiamo un rapporto speciale e voglio dire che dietro un’apparente disabilità c’è tanto amore e c’è anche tanta voglia di vivere, poiché queste persone possono dare veramente tanto”.
Mastroianni ha proseguito rivelando che “i miei genitori erano tornati da una solita visita che mia mamma faceva in gravidanza. Sono tornati ‘diversi’, erano contenti e felici, ma capivo che qualcosa non andava. Quella sera mia madre mi abbracciò forte e mi disse che mi doveva dire una cosa: in quel momento ho pensato che ero grande, perché dovevo comprendere qualcosa che solitamente non compete ai bambini. I miei provarono a spiegarmi le differenze esistenti, ma a me interessava solo che mio fratello fosse un maschietto e non una femminuccia, perché volevo giocare con le macchinine”.
LUIGI MASTROIANNI: “NON TROVO DIFFERENZE TRA ME E SALVO”
Successivamente, Luigi Mastroianni ha rimarcato che “non riuscivo a cogliere le differenze. Ero entusiasta, lo abbracciavo sempre. L’ho subito accolto con me e da quel momento è stato il mio compagno di viaggio e il mio compagno di macchinine. Personalmente non ho mai colto una differenza tra me e lui”. Crescendo, a scuola è accaduto per eccessivo buonismo di essere bullizzato: “Ero un ragazzo controcorrente, di quelli a cui non piaceva sposare sempre e a prescindere le opzioni del branco. Questo quando si è ragazzini può essere un punto cruciale. Ad esempio, mi rifiutai di fumare e da quel giorno iniziarono a insultarmi, a prendermi in giro, a picchiarmi. Si faceva tanto leva sul fatto che io avessi un fratello speciale“. Al giorno d’oggi si è soliti usare in termini dispregiativi certi termini, molto spesso per ignoranza: “Bisognerebbe fare informazione. Dire mongoloide non è un’offesa, perché si tratta di persone come mio fratello, che sono meravigliose”.