«Quando andai in Siberia 15 anni fa facemmo tre giorni di vacanza con gli universitari, in un villaggio a 300 Km dalla città in cui ero. Alla fine dei tre giorni vado da una ragazzina di quindici anni e le dico: “Nadia ma cos’è stata per te la cosa più bella di questi tre giorni?”. Lei mi ha risposto: “eh…la nostra compagnia.” Tra me e me ho pensato: “si, la solita risposta … ”. Quasi leggendomi nel pensiero lei continua: “Ma tu sai quanti anni aveva la Madonna quando ha messo al mondo Gesù?”, “si” le rispondo , “15 o 16”. E lei: “bravo! Sai quanti anni ho io?”. “Si Nadia, hai 15 anni, cosa vorresti dirmi?”. “Ma non hai ancora capito che quello che portava lei è la stessa cosa che portiamo noi?!”.
Questo è straordinario, lei [è come tutti noi]: arranca come tutti noi. [ma che lei dica così] Questo è veramente grandioso».
Anche noi arranchiamo, siamo fragili. Non siamo sempre coscienti di ciò che ci ha investiti e della responsabilità che abbiamo, ma lo straordinario è che il Mistero operi, bisogna solo dire di sì, questo rende protagonisti.



In questo modo l’Arcivescovo del Patriarcato Cattolico di Mosca Mons. Paolo Pezzi ha testimoniato a noi, un gruppo di studenti che lo ha incontrato al GSPOINT del Meeting di Rimini, la possibilità di un protagonismo nella vita: vivere accettando le provocazioni della realtà senza farsi soffocare dalle circostanze, dal limite, dalla pochezza. L’unico metodo possibile, allora, è quello che ci ha indicato Benedetto XVI: seguire l’avvenimento di Cristo testimoniandolo.

Mons Pezzi ci ha raccontato cosa abbia voluto dire per lui seguire l’avvenimento di Cristo a Mosca. «Io ho soprattutto incontrato la gente, i giovani, i fedeli delle parrocchie – ha detto l’Arcivescovo – e nell’incontro con loro mi sono reso ancor più conto che la gente è di Cristo che ha bisogno, perché è Lui che introduce qualcosa di nuovo nella vita».

Mons Pezzi ha infine raccontato come da questo slancio missionario sia iniziato anche un nuovo rapporto tra alcuni sacerdoti cattolici e alcuni sacerdoti ortodossi, un rapporto in cui si è cominciato a parlare di tutto, di verità, di missione, di comunità, perché quando si riconosce un punto di appartenenza per sé questo c’entra con tutta la vita.

(Marco, Francesca, Mariagiulia, Francesco, Jaio)