Una della fasi più delicate per un’azienda è quella del passaggio generazionale. L’ingresso nell’attività di famiglia può infatti risultare complicato per il giovane neo-imprenditore che deve superare diffidenze e pregiudizi derivanti dal fatto di essere un privilegiato. “Sono entrato in azienda due giorni dopo la laurea e sin da subito ho deciso di tenere un profilo basso. Ho ascoltato tanto e, a distanza di 12 anni, posso dire che è stata una scelta giusta che mi ha consentito di imparare per poi dare un contributo veramente condiviso”, afferma Giuseppe Invernizzi, dell’omonima azienda, nel corso dell’incontro di venerdì “Da studente a lavoratore: accettare la sfida della realtà” allestito presso lo spazio dedicato a Federlegno nell’ambito del Meeting di Rimini. Diversa l’esperienza di Massimo Ottone (Mast Elements) che è entrato in azienda durante gli studi accumulando in breve tempo un significativo patrimonio di esperienza. “Studiare e lavorare contemporaneamente – spiega l’imprenditore lombardo – mi ha permesso di paragonare quello che studiavo a quello che facevo consentendomi di portare in azienda un nuovo metodo di lavoro e di apprezzare maggiormente quello che stavo studiando”. Ciò anche grazie all’umiltà di saper ascoltare e imparare da chi in azienda era già presente da anni. “Mi sono subito circondato di persone competenti per imperare e, nonostante fossi il figlio del titolare, ho iniziato a delegare perché se vuoi che l’azienda vada avanti devi fidarti dei collaboratori”, continua Ottone. Il risultato è stato straordinario, tant’è che il giovane imprenditore due anni fa ha fondato una sua azienda che produce mobili in carbonio, lo steso materiale utilizzato per lo Shuttle e la Formula 1: tutto è nato una sera quando “Durante un viaggio di lavoro, mi sono messo a parlare con un imprenditore cinese il quale mi ha spiegato che l’ideogramma di “crisi” significa anche “opportunità”, in quel momento ho capito che era giunto il momento di iniziare una nuova attività”.



“L’università può insegnarti un metodo, ma se dovessi dare un consiglio a un giovane neo-laureato gli direi di andare un paio di anni all’estero o in un’altra azienda per allargare gli orizzonti”, ha concluso Invernizzi.

Nel pomeriggio è stata la volta dell’incontro intitolato “L’impresa nel suo territorio: protagonista del bene comune” che ha visto confrontarsi Primo Barzoni e Patrizia Favari (Palm), Angelo Scaroni (Scaroni), Alberto Conficconi (Cierre Imbottiti), Gianni Cantarutti (Culturalegno). Cinque testimonianze che hanno consentito alla platea di approfondire un aspetto che troppo spesso si dimentica: l’impresa ricopre e dovrà sempre ricoprire un ruolo sociale e non solo economico. Per fare ciò, è stato sottolineato dai relatori, è indispensabile puntare su alleanze e aggregazioni, solo così si riuscirà a costruire un sistema competitivo duraturo nel tempo.



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