Michela Murgia è morta a 51 anni a causa di un cancro ai reni al quarto stadio. La scrittrice sarda lottava da diversi mesi contro la malattia e aveva raccontato sui social network il suo dramma, oltre che nel suo ultimo libro dal titolo Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi. Al suo fianco sono rimasti fino agli ultimi istanti il marito Lorenzo Terenzi, che ha sposato con rito civile “in articulo mortis” a luglio scorso, e i suoi quattro “figli dell’anima”. La sua infatti era una famiglia queer.
“Posso stare meglio, ma non posso più stare ‘bene’. ‘Meglio’ è comunque preferibile a male, quindi godetene con me”, aveva scritto Michela Murgia soltanto qualche giorno fa in un post sul suo profilo. Era infatti tornata nella sua casa a Roma dopo quello che sarebbe stato l’ultimo ricovero in ospedale. Nel 2014 Michela Murgia aveva già affrontato la battaglia contro il tumore, ma in quella occasione era riuscita a sconfiggere la malattia. A distanza di anni quest’ultima si è ripresentata, senza che ci fosse più nulla da fare al momento della diagnosi.
Michela Murgia, come è morta: uccisa dal cancro ai reni. Chi era
Michela Murgia, morta nelle scorse ore a 51 anni, ha commosso in molti. In tantissimi infatti hanno letto i suoi racconti sulla malattia, manifestandole la propria vicinanza. A maggio scorso aveva dato pubblicamente la terribile notizia al Corriere. “Ho un carcinoma ai reni. Dal quarto stadio non si torna indietro. L’obiettivo è guadagnare mesi”. Era a conoscenza dell’impossibilità di guarire e aveva ammesso di avere trascurato i controlli, che le avrebbero permesso un intervento più immediato, a causa della pandemia di Covid. “Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello. Il cancro non è una cosa che ho; è una cosa che sono”, aveva affermato. Un mese dopo il ritiro dalle scene e infine il rapido peggioramento.
Della morte, Michela Murgia non sembrava avere paura: “Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi”. È così che adesso il suo ricordo resterà impresso nei suoi libri: da Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria a Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, passando per il più celebre Accabadora.