Michele Misseri torna a parlare del caso Sarah Scazzi e delle sue presunte responsabilità nel delitto di Avetrana. L’uomo scrive una nuova lettera per sostenere, ancora una volta, l’innocenza di moglie e figlia condannate all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio della nipote 15enne. Parole che, spiega il settimanale Giallo, sono contenute in una missiva rivolta a Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli, autori del documentario Tutta la verità, e inserita nel libro Il delitto di Avetrana, di Rino Casazza.
“Zio Michele” Misseri, come è passato alle cronache, inizialmente aveva confessato di aver ucciso Sarah Scazzi e di aver gettato il corpo in un pozzo in contrada Mosca, per poi ritrattare e indicare la figlia Sabrina Misseri quale asssassina. La giovane, insieme alla madre Cosima Serrano, è stata riconosciuta responsabile della morte della minorenne ma ora, anni dopo la condanna e con alle spalle diverse altre lettere di autoaccusa, Michele Misseri ribadisce di essere “il vero colpevole” mai creduto dalla giustizia. A pesare in modo importante sul suo racconto, ritenuto non attendibile all’esito delle indagini, furono i continui dietrofront nella sua narrazione dei fatti di Avetrana. L’uomo oggi dice di aver riferito “tante bugie” e di temere per l’incolumità della figlia dietro le sbarre.
Michele Missseri, le sue dichiarazioni in nuova lettera sul delitto di Avetrana
La nuova lettera di Michele Misseri sul delitto di Avetrana non aggiunge molto a quanto già riferito dall’uomo dopo il rimbalzo di ritrattazioni sulle responsabilità nella morte di Sarah Scazzi. Dapprima dichiaratosi autore dell’omicidio, aveva poi accusato la figlia Sabrina Misseri di aver agito contro la cuginetta 15enne di fatto “incaricandolo” della sola fase di occultamento del cadavere della piccola (per cui è stato condannato a 8 anni di reclusione). Anche la moglie di Michele Misseri, Cosima Serrano, è in cella e sconta l’ergastolo in via definitiva, ma lui insiste e torna a scrivere di essere l’unico e vero colpevole del delitto.
“Mi fa rabbia – scrive Michele Misseri in un passaggio della sua lettera riportato dal settimanale Giallo – che io faccio trovare tutto e mi credono innocente. I giudici hanno paura di dire che hanno sbagliato e hanno messo due innocenti in carcere”. Secondo la sua ennesima versione dei fatti, Michele Misseri si dipinge come “colpevole mai creduto” dalla giustizia italiana, un vero e proprio unicum nelle cronache recenti. La nipote Sarah Scazzi fu uccisa nell’agosto 2010 ad Avetrana (Taranto) secondo i giudici proprio da Sabrina e Cosima, rispettivamente cugina e zia della vittima, che si sarebbero poi servite dell’aiuto di Michele Misseri per disfarsi del corpo. Da tempo, le due donne di casa Misseri avrebbero smesso di parlare con lui e questo, secondo il racconto dell’uomo, anche davanti alle sue continue richieste di perdono per averle “trascinate” in questa storia.
Le versioni di Michele Misseri sull’omicidio di Sarah Scazzi
Michele Misseri sta per tornare libero dopo la condanna a 8 anni di reclusione per l’occultamento del corpo di Sarah Scazzi. Nel frattempo, riporta Giallo, torna a dirsi responsabile del delitto di Avetrana e dichiara di non ricordare il momento della confessione in cui avrebbe indicato la figlia Sabrina come esecutrice materiale dell’omicidio. “Ho paura che Sabrina la faccia finita per colpa mia”, ha scritto nella sua ennesima lettera dal carcere sostenendo di aver commesso il delitto in un contesto di forte tensione “per il maledetto trattore che non partiva“. Un resoconto a cui inquirenti e giudici non hanno dato credito dopo le molteplici versioni fornite da Michele Misseri sui fatti. Per la giustizia sarebbe responsabile della soppressione del cadavere di Sarah Scazzi. Il 6 ottobre 2010 la prima versione di Michele Misseri lo vede parlare proprio di quel trattore che lo avrebbe mandato su tutte le furie per un presunto malfunzionamento. Sarah Scazzi, arrivata a casa sua il 26 agosto per andare al mare con Sabrina, si reca in garage dove lui, alle prese con la sistemazione del mezzo agricolo, tenta un approccio sessuale. Rifiutato, aggredisce la nipote alle spalle e la strangola con una corda, poi porta il cadavere in campagna, lo spoglia e consuma un atto sessuale post mortem prima di gettarlo nel pozzo di contrada Mosca dove sarà ritrovato su sua indicazione.
Il 15 ottobre 2010 la nuova versione di Michele Misseri in cui, per la prima volta, accusa la figlia Sabrina: la nipote arriva a casa loro e Sabrina Misseri la porta con la forza in garage. L’obiettivo è dare una lezione alla 15enne perché non riveli le presunte attenzioni sessuali che riceve dallo zio Michele. Sabrina Misseri tiene ferma Sarah Scazzi e Michele Misseri la strangola. Lui, da solo, si disfa del corpo. Poche settimane più tardi e, nel novembre 2010, arriva un nuovo cambio di rotta: Michele Misseri dà una nuova ricostruzione del delitto di Avetrana sostenendo che Sabrina e Sarah stanno per andare al mare, ma litigano forse per la gelosia della figlia di Misseri nei confronti di un amico comune, Ivano Russo. La ragazza trascina la cuginetta in garage e la lite degenera: Sabrina Misseri strangola Sarah Scazzi con una cintura e poi sveglia suo padre, che dorme al piano superiore, affidandogli di fatto la fase atta ad occultare il cadavere. A fine novembre 2010, Michele Misseri cambia ancora registro: ritratta il presunto abuso sul cadavere e conferma le accuse a carico della figlia Sabrina, dichiarandosi responsabile della sola fase di occultamento. Dal febbraio 2011, e per tutto il processo, Michele Misseri si descriverà come solo colpevole dopo essere tornato ad autoaccusarsi dell’omicidio della nipote.