Traslocare a Milano è un’impresa, in tutti i sensi. Parola di Fortunato Valente, uno dei quattro figli a cui il padre, titolare e fondatore di una solida realtà, ha passato il testimone, permettendo a un’azienda che oggi ha sessant’anni di vita di innovarsi e rimanere sul mercato. Nel 2000 la svolta: il Gruppo Valente si struttura in due società e, abbandonando il modello di azienda individuale, allarga i propri orizzonti, attrezzandosi per realizzare lavori anche più complessi. Se, a distanza di dieci anni, ci si ferma a riflettere sulle maggiori criticità affrontate, ci si accorge però che la “crisi economica” è solo al quarto posto, dietro alla burocrazia, alla viabilità di Milano e all’aggressiva concorrenza straniera.
«Alcune delle nostre attività hanno comunque risentito della crisi, principalmente nel campo del trasloco privato – dice Fortunato Valente a IlSussidiario.net -. Le famiglie, infatti, avendo necessità di risparmiare, hanno scelto in alcuni casi di rivolgersi ad aziende poco qualificate o a chi offre un prezzo stracciato perché conta sul lavoro dei propri famigliari o non rispetta i vincoli sindacali. Le imprese, invece, non sono state ferme. Molte hanno deciso di ristrutturarsi, di cambiare sede, di riorganizzare le proprie strutture, sfidando la crisi o decidendo di ridimensionarsi. La differenziazione della nostra offerta è stata comunque la mossa che ci ha permesso di lavorare sempre con continuità».
Traffico e burocrazia possono davvero far più male della congiuntura economica?
Strano a dirsi, ma è così. Chi fa un lavoro come il nostro è costretto a fare i conti con una gestione decisamente complicata del traffico merci in città. Orari e regole dell’ecopass si sovrappongono, e a volte si contraddicono, a quelli delle zone a traffico limitato o della Ztl Merci. Per non parlare di quando abbiamo dovuto rinnovare il parco veicoli perché i camion non potevano superare i 7 metri… Parallelamente, abbiamo adempiuto agli obblighi per passare agli Euro 4, abbiamo aggiunto i filtri anti-particolato, per concludere in bellezza con gli Euro 5…
E riguardo alla concorrenza?
Da una decina d’anni imprese di filippini, egiziani e rumeni aggrediscono il mercato offrendo prezzi stracciati. Un fenomeno che negli ultimi anni si è incrementato molto. Anche per questo abbiamo dovuto diversificare, cercando ambiti nuovi come l’e-commerce, la gestione degli archivi e la logistica. In questo modo la contrazione che abbiamo avuto in un settore è stata compensata dall’incremento sugli altri. Per vincere tutte queste sfide serviva però anche un altro salto di qualità.
Quale?
Dovevamo passare dall’azienda padronale, con un uomo solo al comando, a un modello più strutturato, con compiti e procedure definite. Un’operazione lunga e per certi versi anche dolorosa, che però ci ha fatto cambiare in meglio il nostro modo di lavorare. In ogni caso è stato possibile, ben 15 anni fa, grazie alla certificazione Iso9000. Non siamo più tornati indietro, sono procedure che vengono messe in atto perché conviene farlo, anche se oggi non si dà più molta importanza alla certificazione di qualità, nemmeno nelle gare…
Lavorate molto anche per il pubblico?
Pochissimo. Di nuovo: burocrazia, guerra al ribasso e le diverse “tonalità di grigio” che avvolgono questo mondo ci hanno troppo spesso tenuti lontani…
Chi sono allora i vostri principali clienti?
Avendo un nome affidabile che vanta diversi anni di storia abbiamo numerosi clienti importanti. Parallelamente la diversificazione ci ha consentito di allargare il bacino degli utenti, mentre la solidità finanziaria ci ha permesso di rifiutare i lavori meno convenienti. In tutti questi anni abbiamo imparato comunque che se sul breve periodo la battaglia sul prezzo stracciato stravince, sul lungo periodo è la qualità che paga…
Milano si avvicina sempre di più al grande appuntamento di Expo 2015. Per un’impresa come la vostra cosa può rappresentare?
Una grandissima occasione. Stiamo valutando l’ipotesi di allargarci al settore delle spedizioni e delle piccole movimentazioni offrendo tutta la nostra professionalità agli espositori esteri. Non ci resta che sperare che il traffico migliori, altrimenti sono guai…