Milano. Manager delle grandi imprese a lezione nel carcere di Opera per imparare come gestire i problemi complessi nell’organizzazione del lavoro. E’ l’iniziativa del Centro di Formazione Professionale “Galdus”, che collabora con la direzione carceraria e che ha organizzato diverse iniziative cui hanno preso parte aziende italiane e multinazionali come Atm, Electrolux, Sisal, Heineken e Vodafone. Come spiega a Ilsussidiario.net la responsabile dei progetti carcerari di Galdus, Giusy Minutolo, “un penitenziario è una realtà i cui dipendenti gestiscono situazioni dalla complessità elevata, sono spesso sotto pressione e hanno a disposizione risorse limitate: è quindi un laboratorio privilegiato per un’impresa che desidera riflettere sul modo di risolvere questi problemi”.
Minutolo, come vi è venuto in mente di tenere dei corsi di formazione per manager all’interno di un penitenziario?
E’ un’idea nata nel gennaio di quest’anno insieme a Giacinto Siciliano, direttore del carcere di Opera. Quest’ultimo rappresenta un modello per le buone pratiche della pubblica amministrazione nell’ottimizzazione di risorse umane ed economiche molto ristrette. Abbiamo quindi proposto alle aziende di venire a riflettere su quello che è l’oggetto del loro lavoro in un contesto molto particolare come quello del carcere. La mattina organizziamo un giro all’interno delle “lavorazioni”, un’area particolare del carcere dove alcune aziende hanno aperto le loro attività produttive assumendo i detenuti. Questo anche per sensibilizzare chi viene a visitare il carcere a compiere azioni di responsabilità sociale sia all’interno della struttura di pena sia nei confronti degli ex detenuti.
Oltre alle finalità sociali, quali altri obiettivi avete?
Il nostro obiettivo è fare conoscere agli imprenditori un certo modo di produrre. Nel carcere di Opera sono presenti infatti imprese come Marcegaglia e Bindi. Ma un’attività lavorativa all’interno di una prigione si inserisce sempre in un contesto più ampio e complesso. Il carcere è un luogo di rieducazione, dove chi ha sbagliato si può riabilitare. Costruire un percorso professionale durante gli anni di detenzione fa sì che una volta usciti si sia in grado di svolgere un mestiere anche all’esterno. Un penitenziario però non è limitato a questo aspetto, ma ne include molti altri.
Per quale motivo ritiene che questi aspetti possano interessare a un’azienda?
Le imprese presenti in un carcere devono gestire problemi complessi come il fatto che un detenuto debba scendere a lavorare dalla sua cella, che gli agenti di Polizia Penitenziaria debbano trasferirlo da una sezione all’altra, che occorre rispettare il suo orario di colloquio con i familiari o l’avvocato. C’è quindi sempre un rimando all’aspetto organizzativo e ai problemi che un’impresa può avere nel gestire contemporaneamente attività diverse. Le aziende riflettono quindi rispetto a quello che è il loro contesto e alla capacità di gestire problematiche multiple, ricevendo così spunti per soluzioni alternative ai problemi.
La situazione in un’azienda però è molto diversa rispetto a quella in un carcere …
Sì, ma in questo modo offriamo ai manager un una prospettiva diversa che può consentire loro di risolvere meglio i problemi. Infatti il progetto prevede tre momenti di incontro con il personale che lavora all’interno di Opera. Per esempio un ispettore e un sovrintendente descrivono una situazione di emergenza, con tutti i vincoli nella gestione del tempo e nelle risorse, sia economiche sia umane. Raccontando inoltre come loro hanno trovato una soluzione che tenesse conto da una parte di questi aspetti e dall’altra di regole formalizzate che valgono solo per la realtà carceraria.
Per chi non ci è mai entrato, è difficile immaginare la situazione all’interno di un carcere …
Il carcere di Opera è una realtà pubblica, dove le persone recluse devono svolgere un lavoro. Inoltre il personale operativo di polizia penitenziaria è composto da 500 uomini, che devono gestire 1.309 detenuti in una situazione di ristrettezza economica. L’amministrazione penitenziaria infatti mette a disposizione fondi limitati, e quindi anche il pagamento degli straordinari diventa un problema. In un carcere si lavora 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, proprio perché la struttura non si ferma mai. Al suo interno si impara un modo alternativo di risolvere i problemi, che si basa soprattutto sul fatto di motivare il personale. La bravura del direttore di un carcere dipende dalla sua capacità di creare una squadra, all’interno della quale nessuno si ferma al fatto di dire “questo non mi compete”, ma si va al di là risolvendo comunque il problema.
Mi può fare un esempio di un problema risolto all’interno del carcere di Opera, che può rappresentare un modello di problem solving all’interno di un’azienda?
Uno dei casi che è stato affrontato è quello di un detenuto che ha litigato con il suo compagno di cella. I due si sono picchiati e uno aveva in mano una lametta da barba. Il personale poteva lasciare che il detenuto si tranquillizzasse da solo senza intervenire, come prevede il regolamento, anche se il rischio era che per il suo compagno di cella le cose si mettessero molto male. Oppure cercare di gestire la situazione. La soluzione è stata quella di fingersi preoccupati per alcune piccole ferite del detenuto, dicendogli che rischiava un’infezione, e così costringerlo a farsi medicare.
Che cosa può imparare un’azienda da un fatto come questo?
Gli agenti di Polizia Penitenziaria sono intervenuti, rischiando la loro incolumità, facendo qualcosa che andava oltre quanto prescritto dal regolamento e con una modalità “creativa” anziché con la forza. Da un fatto come questo quindi un’azienda può imparare la responsabilità personale rispetto al proprio lavoro, ma anche quanto le lamentele siano superflue. Gli stipendi dei dipendenti dell’amministrazione carceraria non sono certo alti, variano dai 1000 euro dei semplici agenti ai 2.500 euro del direttore. Il rischio quindi che loro si assumono non è tanto commisurato allo stipendio che portano a casa, quanto alla motivazione e al senso di responsabilità personale nei confronti del loro lavoro.
(Pietro Vernizzi)
La proposta di Galdus è adattabile alle esigenze delle singole aziende che volessero elaborare percorsi personalizzati con una progettazione ad hoc. Per chi desiderasse avere ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a Galdus (minutolo@galdus.it – 02.49516251) o a SLO (info@slosrl.it – tel. 02.86454964).