“Per farsi un’idea” è il titolo dell’incontro che si svolgerà venerdì 26 gennaio e che vede intervenire diversi rappresentanti del mondo politico lombardo e nazionale. Non sembrerebbe una cosa difficile: i confronti, i comizi, le mille e mille parole spese in tutte le campagne elettorali dal dopoguerra ad oggi dovrebbero averci reso abili a “farci un’idea”, a scegliere, a discernere. Eppure non è così.  



Ma in questa società dell’informazione – e della sovra informazione –il “tweet” e il “post”che si affastellano, ad una velocità supersonica, a volte smentendosi a volte rincorrendosi e comunque “bombardandoci” senza neanche lasciarci il tempo di riflettere, hanno reso l’esercizio del discernimento elettorale un affare non proprio semplice. Anzi. Questa difficoltà è spesso naufragata nel più puro qualunquismo: “Sono tutti uguali”, “hanno tutti – in fondo le stesse promesse”, “passata la tornata elettorale, chi si ricorderà di me? Chi risolverà il mio problema di arrivare a fine mese?” accompagnano oggi un enorme – per gli standard italiani – astensionismo e un “malpancismo” che alimenta il consenso di partiti costruiti sulla rabbia o sul rancore. In fondo pensiamo che dopo la tornata elettorale, nulla cambierà.   E fanno pensare i recenti dati circa l’elevato astensionismo elettorale tra i giovani: fenomeno che pone serie domande e questioni a chi si occupa di politica, ma non solo.



E’ un interrogativo sul nostro vivere civile e su cosa abbiamo costruito in anni di democrazia e cosa abbiamo trasmesso e vogliamo trasmettere alle nuove generazioni. Ma non può essere così: ne va della nostra convivenza civile, dei fondamenti dell’esercizio della vita democratica: insomma del nostro essere popolo. E sebbene la disaffezione cresca e si avverta sempre di più uno scollamento tra politica e popolo, è necessario recuperare il dialogo e l’incontro tra politica e società civile e tra società civile e politica.  

E se c’è qualcosa che unisce vale la pena di condividerlo, così come vale la pena di dirsi quel che ci divide, perché alla fine la scelta fra alternative è il pane della democrazia e della convivenza. Oggi ci sono le elezioni, e il nostro Paese a volte sembra o viene descritto come stanco. Tuttavia avverte sempre di più la necessità di una svolta e di un nuovo corso in un contesto locale e globale in rapido mutamento. Siamo un paese ove nonostante tutto c’è una grande forza operosa delle persone come ha ricordato anche il Presidente Mattarella nel discorso di fine anno. “Si è parlato, di recente, di un’Italia quasi preda del risentimento. 



Conosco un Paese diverso, in larga misura generoso e solidale. Ho incontrato tante persone, orgogliose di compiere il proprio dovere e di aiutare chi ha bisogno. Donne e uomini che, giorno dopo giorno, affrontano con tenacia e coraggio le difficoltà della vita e cercano di superarle”.

Per questo vogliamo riproporre un momento che possa dare – a noi e ai nostri tantissimi amici – la possibilità di capire, riflettere e di scegliere. Per questo vogliamo incontrare la politica e porre alcune domande su temi fondamentali: famiglia e welfare, istruzione, imprese e lavoro ed Europa.   Mi piace riaffermarlo: la politica deve coinvolgere la società civile ma nello stesso tempo la società civile deve attivamente ed operosamente farsi coinvolgere ed essere di stimolo attivo alla politica.