Addio, o fiera,
superba fanciulla!
Tu del mio cuore
santissimo orgoglio!
Addio! Addio! Addio!
(con molta passione)
S’io ti debbo evitare,
se amorosamente non è lecito
più che ti saluti il mio saluto;
se dunque non più dovrai
accanto a me cavalcare,
né idromele porgermi al convito;
s’io debbo perdere
te, ch’io amavo,
o ridente riso dei miei occhi,
un fuoco nuziale
dovrà dunque per te ardere,
come a sposa alcuna mai arse!
Fiammeggiante vampa
la rupe avvampi;
con terrore struggente
il codardo allontani;
che il vile fugga
la rupe di Brünnhilde!…
Poiché un solo sposi la sposa,
il quale più libero sia di me, dio!
(Brünnhilde cade con esaltazione commossa sul petto di Wotan: egli la tiene lungamente abbracciata. Ella ritrae nuovamente il capo all’indietro, e guarda intenerita, solennemente Wotan negli occhi, tenendolo ancora sempre abbracciato)
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Degli occhi la coppia lucente,
che spesso sorridendo vezzeggiavo,
quando la gioia del pugnare
un bacio ti compensava,
quando un balbettìo infantile
la lode dell’eroe
dale dolci labbra ti fluiva:
di cotesti occhi la coppia raggiante,
che spesso mi luceva nella tempesta,
quando brama di speranza
m’ardeva il cuore,
e a voluttà mondana
il mio desiderio aspirava
per fremente ansia selvaggia:
per l’ultima volta
mi rallegri oggi
dell’addio con
l’ultimo bacio!
All’uomo più felice
splenda la sua stella:
all’Eterno infelice
che se ne parte, deve chiudersi.
(Le prende il capo con le mani)
Come, dunque, si volge
via il dio da te,
così la divinità via da te bacia!
(La bacia lungamente sugli occhi. Ella ricade all’indietro con gli occhi chiusi, dolcemente esaurendosi, tra le sue braccia. Egli la guida con tenerezza a giacere su un basso tumulo muscoso, sopra il quale si protende un abete dai grandi rami. Egli la contempla e le chiude l’elmo: il suo occhio indugia quindi sulla figura della dormiente, ch’egli ora ha coperto interamente col grande scudo d’acciaio delle Walkirie. – Lentamente si ritrae volgendosi ancora una volta con sguardo doloroso – […])
Traduzione di Guido Manacorda