Considerato già il vincitore virtuale di Sanremo, Roberto Vecchioni è stato raggiunto dai microfoni satirici del programma radio Rai Un giorno da pecora.
I cattivissimi conduttori lo hanno accusato di autoplagio per il suo brano Chiamami ancora amore. ha dovuto ascoltare un pezzo del suo brano in gara alla kermesse canora, Chiamami ancora amore, e un pezzo di Piccolo amore del 1998. «Non sono identiche?», gli hanno chiesto i conduttori. «Assomiglia. Il mio brano assomiglia ad altre otto canzoni mie?», ha risposto Vecchioni in collegamento telefonico. «È perché le fa tutte uguali», la battuta dallo studio. «Questa è un potpourri. Un autoplagio scandaloso. Riuscitissimo però», ha replicato il cantante. «Attento a non cantare quella sbagliata allora…», hanno avvertito i conduttori. «Ora che me l’avete messa in testa…», ha chiuso il siparietto Vecchioni. Il cantante, sulle chance di vittoria, ha detto che «è già contento di partecipare ad una manifestazione così importante».
«Non si accontenterà di arrivare secondo come il Pd?», gli hanno chiesto dallo studio. «Arriverò terzo, credo». In particolare su Berlusconi, Vecchioni ha agigunto Secondo lei – gli hanno chiesto i conduttori – Berlusconi dovrebbe dimettersi? “Perchè, non si è già dimesso?”, ha chiesto ironicamente Vecchioni. Ma se dipendesse da lei dovrebbe dimettersi?
“Assolutamente sì, perché è una questione di decenza, non morale, ma etica”. Lei che ha solo sette anni in meno del Premier, è invidioso della sua intensa attività sessuale? “Io sono invidiosissimo!”. Poi Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, che prima dell’intervento del cantante stavano parlando dell’Inno italiano, lo incalzano: secondo lei Berlusconi canta l’Inno di Mameli durante i suoi rapporti? “Non credo che canti l’inno di Mameli, deve mettere tutte le sue forze in quell’atto”.