Ieri sulla bacheca della pagina ufficiale Facebook di Vasco Rossi appare un messaggio. Lo firma Vasco Rossi in persona. E’ un attacco mica tanto velato al collega Ligabue. “Quando avrai scritto anche tu quasi 200 canzoni e avrai pubblicato 16 album inediti potrai essere messo sul mio stesso piano” si legge. E ancora: “Devi mangiare ancora un po’ di polenta prima di poterti confrontare con me. Ho inaugurato la stagione del parliamoci chiaro e del parliamoci forte”. Il messaggio si conclude con una sfida a duello: “L’unica sfida che accetto è un duello all’ultimo s-a-ound, la mattina all’alba, dietro il convento delle Carmelitane Scalze. Lascio a te la scelta delle armi. Ricorda che io sparo solo al cuore”.
Tenendo conto che la pagina Facebook del Blasco ha circa due milioni di utenti è ovvio che la dichiarazione di guerra non passa inosservata. Si scatenano subito i botta e risposta dei rispettivi fan. La nota era apparsa intorno alle 20 di domenica sera. Ieri pomeriggio, poi, scompare improvvisamente. La spiegazione dell’ufficio stampa di Vasco Rossi: era uno scherzo, quelle parole non le ha scritte Vasco. “È comparso improvvisamente un post che secondo noi non è stato scritto da Vasco ed è quindi erroneamente attribuito a lui. L’abbiamo cancellato dalla bacheca ma improvvisamente ce lo siamo ritrovati in una parte meno evidente della pagina ufficiale. Riteniamo sia qualcuno che ha voluto fare uno scherzo a tutti e due, anche se ancora non abbiamo scoperto chi è stato”. Davvero? Chi si inserisce così spavaldamente sula pagina ufficiale di Vasco Rossi? Un hacker? Un pesce d’aprile in ritardo?
C’è un precedente però: in una intervista pubblicata pochi giorni fa sulla rivista XL, Vasco aveva detto che voleva usare Facebook per potersi esprimere liberamente su cose che gli preme dire. I due, Vasco e Ligabue, una decina di anni fa avevano poi avuto un brutto screzio. Era morto per overdose Massimo Riva, chitarrista di Vasco, e Ligabue aveva commentato che siccome lui non si droga, allora non è una perfetta rock star. Rossi rispose dicendo che davanti alla morte di una persona sarebbe meglio stare zitti invece di speculare facendo i moralizzatori. Subito arrivarono le scuse di Ligabue. I due poi da anni si inseguono in una sorta di duello sulla distanza a base di concerti con centinaia di migliaia di spettatori.