Rino Gaetano aveva 31 anni quando la notte del 2 giugno di trenta anni fa, moriva in un incidente d’auto. Erano le 4 del mattino, sulla Nomentana a Roma. Sulla sua strada un camion che fa una manovra, forse sbagliata e l’inevitabile schianto. Il giovane cantautore muore sul colpo. In modo impressionante, il luogo della sciagura è lo stesso dove nel febbraio 1960 era morto in auto un altro grande protagonista della canzone italiana. Fred Buscaglione. In modo ancora più impressionante, Rino Gaetano quella sera aveva proprio registrato uno speciale televisivo in sua memoria. Vero nome Salvatore Antonio Gaetano, era nato a Crotone nel 1950. La famiglia si era presto trasferita a Roma ma lui aveva conservato forti le sue radici calabresi. Si era formato musicalmente al Folkstudio, piccolo locale che aveva prodotto il genio di tanti autori della scuola romana tra cui Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Gaetano era però diverso: rifuggiva lo schieramento politico, amava l’ironia e la presa in giro, amava soprattutto dare veste musicale alle sue canzoni, cosa che negli anni 70 non molti erano in grado di fare. Il primo disco, “Ingressso libero”, è del 1974, il successo arriva due anni dopo con “Mio fratello è figlio unico”, poi il terzo posto a Sanremo nel 1978 con il brano Gianna. Rino Gaetano era avanti rispetto al suo tempo e infatti è più amato oggi di quanto non lo fosse stato in vita e la sua influenza sulle ultime generazioni di musicisti è molto vasta.
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