Francesco Renga con “La tua bellezza” è uno dei favoriti del Festival di Sanremo 2012. IlSussidiario.net lo ha raggiunto prima della finale di questa sera (clicca qui per commentare la diretta di Sanremo live con Walter Muto e Alessandro Berni).
Dai Modus Vivendi, passando per i Timoria fino al tuo progetto solista. Il passaggio dal rock alla musica classica. Quali sono i percorsi che portano Francesco Renga a “Fermoimmagine”?
Sono curioso. Sono anni in cui ho voluto sperimentare. Non mi sono fatto mancare nulla. Ho voluto fare un disco con un’orchestra sinfonica, ho esplorato territori nuovi. Questo “Fermoimmagine”, questa raccolta mi ha dato modo non solo di guardarmi alle spalle verso questi frame che sono episodi, forse i più significativi, non solo della mia carriera, della mia vita artistica, ma anche della mia esistenza. Nel senso che ogni mia canzone alla fine é una proiezione di qualcosa che mi ha attraversato e quindi possiamo dire che questo Best sia un film con parole e musica della mia vita. E quindi era l’occasione buona per fare un’attimo una sintesi e “La tua bellezza” la canzone che porto al Festival é, insieme agli altri due inediti contenuti nel disco, la summa, sono forme di tutte queste esperienze di cui parlavi tu.
Ci sono gli elementi che alla fine ho sempre cercato di tenere coesi più o meno felicemente o comunque tutti i territori che ho esplorato in questi venti anni di carriera. Quindi c’é il mio canto che é un canto classico italiano, squisitamente italiano, che deriva da quello che é la tradizione del bel canto. Dopo di che c’é un’attitudine ad una scrittura che ho omaggiato con il progetto di “Orchestra e Voce”, quindi quel tipo di scrittura anche lì molto legata alle radici, alle tradizioni della canzone popolare italiana. E poi c’é il mio animo diciamo un pò più rock, più vicino alla musica che ho scelto, il pop/rock inglese.
Infatti proprio in quel progetto “Orchestra e Voce” risulta molto particolare e riuscito l’utilizzo della tua vocalità e non di una ricerca più “classica” del canto.
Beh sono mie tutte e due. Nel senso che ovviamente il canto deve essere spiegato ed appoggiato, nell’ambito che stai raccontando, facendo. Se avessi cantato, che ne so, l’immensità di Don Backy come canto “la tua bellezza” sarei stato un cretino. Bisogna cercare sempre di capire quale sia il canto migliore per la base che stai realizzando.
Questa sera ci sarà di nuovo Adriano Celentano. Sei stato uno dei protagonisti delle numerose polemiche sul suo intervento al Festival. Dopo aver sentito tutte le campane: come stanno veramente le cose?
Non lo so. So solo che stato ultimo due sere su quattro, quindi spero oggi di essere tra i primi.
“La tua bellezza” da quale idea nasce?
Non so, quello che volevo dire l’ho detto e lo penso ancora. Io la prima sera ho solo detto che mi sembrava di essere poco tutelato. La frase giusta l’ha trovata Rocco Papaleo quando ha detto “ringraziamo Celentano per averci ospitato nel suo show” – sorride.
Questa sera canterai prima o dopo l’intervento del Molleggiato?
Non lo so, io ono stato ultimo due sere su quattro, quindi spero oggi di essere tra i primi.
La tua canzone al Festival “La tua bellezza” da quale idea nasce: la famiglia, i tuoi figli, l’amore oppure da qualcosa di particolare che ti é successo o ti succede?
Nulla di tutto questo. Racconta la voglia di bellezza, la necessità di bellezza, una bellezza che non è solo formale non è solo estetica, ma una bellezza anche interiore, filosofica, morale, una bellezza assoluta.
Quindi la voglia di bellezza ovviamente parte da un racconto, con il racconto di una donna, perché la bellezza comunque è femmina per definizione però poi diventa qualche cosa di più.
Vincerai il Festival?
No, non credo. Questo è un festival al femminile.
(Angelo Oliva)