In Italia forse certe etichette, a parte gli appassionati più navigati di musica, quelli per intendersi che hanno cominciato ad acquistare i primi dischi negli anni 70, non diranno forse nulla. Soft rock, AOR: che cosa saranno mai? Lo svela un autentico appassionato di musica di tutte le latitudini, Mauro Ronconi, autore di questo poderoso tomo uscito per Arcana, “Hotel California, pop – soft rock- AOR, l’identità del suono in più di 300 album fondamentali” (622 pagine, 39,50 euro).



Ronconi, giornalista e scrittore, è autore di opere analoghe, ad esempio “Musica dal pianeta Terra”, curatore anche di “I cento dischi ideali per capire la nuova canzone italiana”. Con questo nuovo lavoro si butta a capofitto nel genere musicale che ama di più, la musica californiana (e non solo) che ebbe il suo momento di gloria negli anni 70 per poi continuare a produrre opere di livello. Un genere spesso denigrato, per alcuni troppo commerciale o “zuccheroso”, ma che oltre oceano ha significato centinaia di milioni di dischi venduti e un sacco di belle canzoni. AOR, per la cronaca, significa “adult oriented rock”, un rock cioè per gente di una certa età, non scalmanati ragazzini che pogano sotto al palco, ma musica a volte di intrattenimento, a volte di grande spessore musicale con il coinvolgimento di musicisti che hanno toccato ogni aspetto, dal jazz al funk all’R&B, alla canzone d’autore.



Con una scheda per ogni disco e copertina del disco stesso, ecco allora 300 dischi analizzati in modo conciso ma non meno approfondito con tanto di note biografiche degli artisti presi in esame, suddivisi per decenni. E ovviamente si comincia con il maestro del genere, Burt Bacharach, l’autore per intendersi di Raindrops keep fallin’ on my head  o That’s what friends are for per dirne due, e si finisce con “Headquarters” dei Monkey House, uscito nel 2012. In mezzo Beach Boys, Eagles naturalmente la cui classicissima Hotel California intitola il libro, Donald Fagen, Neil Young, Bonnie Raitt, Cristopher Cross, Fleetwwod Mac, Frank Weber, Earth Wind and Fire, Al Jarreau e tanti altri. 



Nomi disparati fra loro dirà qualcuno, ma è proprio questa la sfida fatta da Ronconi: spiegare perché possano stare insieme in un libro artisti come Monkees e Neil Young, Bacharach e Steely Dan. “Un suono particolare, che ha il gusto per il dettaglio, l’elaborazione continua delle armonizzazioni, la ricercatezza degli arrangiamenti e delle linee melodiche, un suono duttile e originale, sempre pronto a modellarsi e a misurarsi verso orizzonti musicali variegati toccando il pop, il soul, e la fusion, creando una vera e propria unione di questi generi e dando vita a lavori straordinari di difficile collocazione e definizione” dice Ronconi. Ecco allora che la sfida è vinta: il libro ci fa entrare in un mondo musicale di cui vale la pena recuperare molti aspetti.

In fondo, chi non ha sognato di dormire all’hotel California, tra splendide ragazze e drink invitanti? Tutto questo, ma non solo, in questo libro. La terra promessa, la California, sarà stata anche un sogno, ma la musica rimane. Eccola.

(Paolo Vites)