“Sto cercando di ritardare la mia morte il più possibile, ma non so quanto tempo ancora mi resta da vivere”: è questo uno dei passaggi più commoventi e al tempo stesso più spaventosi del video-testamento (così è stato definito dai più anche se non voleva essere solo quello) di Nadia Toffa e reso pubblico nelle ultime ore da “Le Iene”. Girata a poco più di un anno dalla diagnosi, a seguito della quale la bionda giornalista bresciana aveva capito quale male avrebbe dovuto affrontare e quali erano le reali speranze di sopravvivere, la clip mostra una Toffa che nonostante l’operatore e il suo ex cerchino di incoraggiarla, parla con grande lucidità sapendo di non avere ancora molto tempo a disposizione e pensando già a quali saranno le persone che avrebbe voluto salutare. Da lì a poco, infatti, le sue condizioni si sarebbero aggravate prima che lo scorso agosto la Toffa perdesse la sua battaglia contro il tumore al cervello, una delle forme più spietate e la cui prognosi (che spesso arriva quando oramai è tardi) concede pochi mesi di vita nel caso in cui non sia purtroppo operabile. (agg. di R. G. Flore)
DAVIDE PARENTI, “SUPERO’ LA MENINGITE MA…”
In occasione della maxi-puntata de Le Iene dedicata in apertura alla scomparsa di Nadia Toffa, il direttore Davide Parenti ha raccontato al Corriere della Sera alcuni dettagli finora inediti in merito alla malattia che ha colpito la “sua Iena”, e non solo il cancro al cervello che purtroppo le è stato fatale. «Ha avuto tanta forza la bella Nadia», spiega il boss de Le Iene, che poi svela «ha avuto a che fare con una molestia e l’ha superata, con disturbi alimentati e li ha superati, con amici morti per eroina e l’ha superato». Poi la confessione sempre di Parenti che ricorda come nel 2018 Nadia Toffa non ha dovuto combattere solo con il tumore al cervello che cresceva giorno dopo giorno, ma ha dovuto sconfiggere anche una forma acuta di meningite «ma superò anche questa. Nadia sembrava invincibile» e lo ha dimostrato quando ha voluto tornare alla conduzione de Le Iene: Parenti commosso spiega sempre al CorSera, «voleva esserci a tutti i costi anche se fisicamente non stava in piedi». (agg. di Niccolò Magnani)
ALESSIA MARCUZZI “SAPEVA SAREBBE MORTA DI TUMORE”
Tutti riuniti per lei, tutti insieme per Nadia Toffa all’inizio di questa prima puntata della nuova edizione de Le Iene, la prima senza di lei. A capo della lunga fila di persone che hanno condotto il programma o partecipato come inviati, c’è una molto commossa Alessia Marcuzzi. È lei a prendere la parola e raccontare di Nadia, di come ha affrontato la malattia, del grande coraggio da lei mostrato. “Lei lo chiamava con il suo nome, cancro, non si vergognava di dirlo. Quando lei ha digitato per la prima volta il nome della sua malattia su google, la prima cosa provata è che ti manca il respiro e devi solo sederti per riprenderti.” Alessia Marcuzzi sottolinea come Nadia fosse consapevole sin dall’inizio quale sarebbe stato l’epilogo di questa vicenda: “Lei sapeva tutto, ha avuto grande coraggio” ammette. (Aggiornamento di Anna Montesano)
NADIA TOFFA E IL TUMORE AL CERVELLO
È morta per un cancro al cervello, ma Nadia Toffa ha lottato fino all’ultimo per sconfiggerlo. La giornalista de “Le Iene” ha avuto a che fare con una malattia aggressiva. Il tipo di cancro non è stato specificato, ma Stefania Gori, presidente dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), spiegò che era uno «per il quale la ricerca sta lavorando molto a livello internazionale, ma anche in Italia». Nell’intervista che rilasciò a Biomedicalcue parlò di alcune forme tumorali su cui bisogna acquisire ancora maggiori conoscenze, per le quali la ricerca sta comunque facendo progressi importanti. La strada principale è sicuramente la chirurgia insieme a chemioterapia e radioterapia. «Il campo dell’immunoterapia, negli ultimi due o tre anni, ha dato risultati modesti», ha spiegato all’agenzia Dire Alessandra Fabi, dell’Oncologia medica 1 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.
CANCRO AL CERVELLO, NADIA TOFFA MALATTIA: “PROGNOSI 6 MESI SE TUMORE NON OPERABILE”
L’intervento chirurgico è la prima opzione per chi ha un cancro al cervello, ma quando non è una strada percorribile, «la prognosi per il paziente è a sei mesi». Si tratta tra l’altro di un tumore poco chemioresponsivo, «ecco perché si cerca di trovare alternative terapeutiche alla chemioterapia che rimane comunque tutt’ora il trattamento farmacologico principale». La scienza al momento non ha individuato il gene o i geni che determinano il tumore cerebrale, ma con indagini approfondite gli esperti possono scoprire se nel paziente sono presenti geni che fanno parte di patologie comunitarie al cancro al cervello stesso. Lo ha spiegato Alessandra Fabi, che a Dire ha aggiunto: «La diagnosi spesso è tardiva in quanto la spia che mette in allarme è proprio il sintomo come una crisi epilettica, forte mal di testa, difficoltà nel camminare oppure una paresi. Ma quando viene diagnosticato la gran parte delle volte è già abbastanza esteso».