«Sono passati 16 anni dalla strage di Erba, ci sto riflettendo parecchio in questi giorni». A parlare è Olindo Romano, nel carcere di Opera, lontano dalla moglie Rosa Bazzi, che si trova invece a Bollate. Entrambi sono stati condannati all’ergastolo per aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. L’unico a salvarsi fu Mario Frigerio, per una malformazione congenita alla carotide grazie alla quale non si dissanguò. Per Romano è arrivato il momento di fare chiarezza. La sua difesa sta lavorando ad una richiesta di revisione del processo alla luce di «nuove prove e un testimone chiave». La conferma arriva dallo stesso Romano ai microfoni dell’AdnKronos: «Non so perché non sia stata approfondita la pista dello spaccio di droga, continuo a pensare che sia stato più semplice incastrare due persone come noi non sveglissime e inconsapevoli di quello che ci stava piombando addosso».



A proposito del suo avvocato, Fabio Schembri, ha spiegato che «è sempre stato convinto della mia innocenza e di quella di Rosa e non è più l’unico, grazie a Dio, a credere che io e mia moglie non abbiamo commesso la strage di Erba». L’ex netturbino 60enne di Albaredo per San Marco ripensa spesso a quei giorni, «e a come ci hanno abbindolato e preso in giro». Infatti, ha aggiunto che solo quando arrivarono alla casa circondariale Bassone, a Como, si accorsero che i sospettati erano lui e sua moglie. «Da allora tutto è assurdo e continua a essere irreale».



OLINDO ROMANO: RAFFAELLA E AZOUZ, FRIGERIO E ROSA…

Nell’intervista all’AdnKronos Olindo Romano evidenzia le frizioni tra Raffaella Castagna e il marito Azouz Marzouk: «Io le liti dalla casa di Raffaella e Azouz le ricordo bene, litigavano spesso, ma non per questo abbiamo pensato di fare una strage. E, in effetti, non c’entriamo nulla». L’uomo non sa chi è l’autore della strage di Erba, altrimenti lo avrebbe già riferito ai suoi legali, ma si è fatto un’idea: «Di certo una strage simile può farla solo chi è abituato a fare quelle cose, non penso sia facile improvvisare un fatto del genere così efferato». A proposito di Mario Frigerio, il marito di Rosa Bazzi è convinto che sia stato «utilizzato» come loro. «Era una brava persona, per questo credo che abbiano manipolato i suoi ricordi per farlo testimoniare contro di noi. Io lo considero una vittima come noi». Una cosa non è cambiata da allora, la lontananza tra Olindo Romano e Rosa Bazzi. «È dura, ma in qualche modo la vita in carcere va avanti, vedo Rosa appena è possibile. Due giorni prima di Natale sono andato a colloquio da lei a Bollate e sono contento». La vita in cella, comunque, non cambia: lavora in cucina. «Mi tiene a galla il pensiero che prima o poi, spero prima che poi, si possa accertare che non abbiamo commesso noi la strage di Erba», ha concluso Olindo Romano.

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