Il padre di Olivia Newton-John era una spia: rivela l’MI5
La famiglia Newton-John non ha certamente bisogno di presentazioni, soprattutto per via della più giovane delle figlie, Olivia. Star del cinema e della musica, ha rappresentato la Gran Bretagna agli Eurovision e dal 1978 conta ben 2 canzoni prime in classifica. Ad essere meno nota, però, è la strana storia legata a suo padre Brinley che secondo alcuni documenti dell’MI5 (i servizi segreti del Regno Unito) avrebbe un legame stretto con una spia russa (all’epoca dell’URSS) accusata di aver venduto i segreti dell’atomica britannica ed americana ai Sovietici.
Il legame tra il padre di Olivia Newton-John e l’URSS era tale Klaus Fuchs. Fisico nucleare tedesco, fu condannato nel 1950 proprio per aver “comunicato informazioni a un potenziale nemico“. Tra i tanti documenti che l’MI5 avrebbe sequestrato a casa di Fuchs ci sarebbe stato anche un quaderno del periodo in cui lavorava al famoso Progetto Manhattan in New Mexico sul quale era citato proprio il nome di Brinley, padre di Olivia Newton-John. In mezzo a tutta questa vicenda, però, si deve inserire anche il nome di Max Born, suocero di Brinley, nonché fisico e matematico vincitore del Nobel per la meccanica quantistica.
Cosa c’entra Netwon-John con l’atomica?
Per ricostruire l’intricata vicenda che ha portato l’MI5 a supporre un collegamento tra il padre di Olivia Newton-John e le spie russe bisogna fare un importante passo indietro, a molti anni prima che Olivia nascesse. Il contatto primario avvenne tra Born e Fuchs che si conobbero nell’ambito accademico universitario e instaurarono una relazione da mentore ed allievo, frequentando le rispettive case di famiglia.
Ad un certo punto, nel 1938, il padre di Olivia Newton-John sposò la figlia di Born, Irene, diventando una frequentazione abituale della famiglia tedesca. Dal ’37 al ’39, inoltre, i documenti rivelano che Fuchs visse a casa di Born, assieme a sua moglie e agli altri due figli della coppia. Fuchs venne arrestato dopo lo scoppio della guerra, e Born fu determinante per la sua liberazione, alludendo a presunte informazioni possedute dal fisico e che avrebbero potuto aiutare Hitler. Salto avanti agli anni ’50, con il secondo arresto di Fuchs che portò alla luce i documenti in cui comparve il nome del padre di Olivia Newton-John, tra cui parecchie lettere inviate ad una spia in Canada in cui si alludeva al fatto che fosse riuscito ad “avere una posizione rilevante sul campo come ‘padre della casa’”. Non è chiaro se Brinley abbia fornito concretamente informazioni alla spia (ed è la circostanza su cui indaga l’MI5), ma è noto che spesso si trovassero a casa e tra le varie cose discutessero di politica.