Sergio Cofferati chiarisce i dubbi e conferma le voci delle ultime ore: alle prossime elezioni del 2009 non sarà candidato per il secondo mandato come sindaco della città di Bologna «per ragioni strettamente personali» e «per rispetto della mia compagna e di mio figlio», spiega lo stesso primo cittadino. La conferma ufficiale l’ha data oggi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Accursio. «Per il mio carattere – spiega Cofferati in conferenza stampa – non poter restare qui a Bologna è una cosa che mi pesa; è stata una decisione sofferta. Ero convinto che non sarebbe stato facile», ma la possibilità è stata valutata nelle ultime settimane con la sua compagna Raffaella Rocca. «Sono rammaricato – continua il sindaco – perchè capisco che le persone che hanno avuto fiducia in me e che hanno lavorato con me in questi anni possono trovare disagio per questa mia decisione. Sarò sindaco fino alla fine del mio mandato e cercherò di fare di tutto in questi mesi per tentare di colmare questo disagio». 



L’abbandono di Cofferati apre la partita intorno al successore. Per individuare il candidato bisogna fare «primarie aperte a tutti i cittadini», secondo Arturo Parisi, interpellato alla Camera, sul meccanismo per l’individuazione del candidato Pd a sindaco di Bologna. Meccanismo, dice Parisi, che è quello «previsto dallo statuto del Pd». Ma al di là del meccanismo, sono molti i nomi che circolano per la candidatura. Fino a qualche settimana fa era circolato il nome di Flavia Prodi, la moglie dell’ex premier (qualcuno ventilava di un ritorno di Romano in persona, ma erano, secondo l’interessato, “sciocchezze”). Flavia potrebbe avere le carte in regola, ma la signora Prodi ha sempre dichiarato di voler «restare lontana dall’agone politico»: oggi, a quanto pare, non ha cambiato idea.
Ci potrebbe essere ad esempio Flavio Delbono, ex assessore al Bilancio e ora vicepresidente della giunta regionale. Delbono ha però un difetto, che per i bolognesi è quasi imperdonabile: non è bolognese. E’ di Sabbioneta (Mn) e i natali lontano da San Luca sono stati per ora perdonati soltanto a Cofferati.
Viene quindi suggerito il nome di Luciano Sita, presidente della Granarolo. L’azienda, però, naviga in acque agitate e questo potrebbe fare del suo presidente un candidato “pericoloso”. Sempre dal mondo della cooperazione potrebbe venire anche il nome di Pierluigi Stefanini, universalmente noto come ‘il salvatore di Unipol’ dopo l’affaire Consorte. Chi ci ha parlato, però, smentisce categoricamente un suo interessamento alla corsa. «Con la crisi che c’è – avrebbe detto Stefanini – devo pensare alla banca e all’assicurazione». Da ultimo, ci sono i dirigenti politici locali: Salvatore Caronna e Andrea De Maria, segretari rispettivamente del Pd regionale e di quello cittadino: uomini di partito, i due, e, come tali, aspetteranno decisioni romane.



Sul fronte centrodestra, invece, è stato il deputato Giuliano Cazzola a spiegare la situazione: «Per il PdL – è la sua analisi – la situazione diventa più interessante ma anche più difficile, perchè è in campo uno scenario nuovo. Il Pd si impegnerà sicuramente con una candidatura forte, nel tentativo di recuperare un’alleanza allargata alle frazioni neo comuniste, che sulla carta, avrebbe la maggioranza dei consensi». Tradotto: se l’anti-Cofferati era Guazzaloca, non è detto che l’ex sindaco sia ancora valido con la nuova scelta del centrosinistra. Ecco perchè nel centrodestra è partita una corsa interna a essere designati.
Guazzaloca parte avanti, è vero, ma i suoi ex assessori Gianluca Galletti ed Enzo Raisi, oggi deputati di Udc e Pdl, non hanno mai nascosto che per Bologna correrebbero volentieri. Per gli innamorati della società civile, infine, il nome resta sempre quello: Alfredo Cazzola, ex patron del Bologna Calcio, di sicuro uomo dal cuore “rossoblu”.

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