Al termine del G-20 il Cavaliere e Giulio Tremonti tengono una conferenza stampa congiunta nella sede dell’ambasciata italiana. Il presidente del Consiglio illustra le principali decisioni, provvisorie, prese durante il meeting con gli altri capi di Stato. Dà appuntamento al prossimo vertice, «a Londra o a Tokyo», dove inizierà in concreto quell’opera di revisione delle regole dei mercati, e degli organismi finanziari, definita in queste ore.
E’ ovviamente più urgente arginare la recessione che sta investendo il nostro come gli altri Paesi europei: mentre si discute come riformare l’economia globale ogni ministro dell’Economia ha il suo bel da fare nel programmare gli interventi per puntellare produzione interna, investimenti, consumi. «Pensiamo a un decreto», inizia Tremonti, che divide per settori il provvedimento di contrasto della crisi che sta per essere approvato dal governo: «si tratta di misure secondo la media europea e coerenti con i nostri conti pubblici» e che il Governo «non ha nessuna intenzione di aumentare il debito pubblico». Il piano anti-crisi del Governo, secondo le linee generali illustrate da Tremonti, prevede che il Comitato Interministeriale per la Politica Economica (Cipe) sblocchi già il prossimo 21 novembre 16 miliardi di euro per infrastrutture; quindi, subito dopo dovrebbero essere sbloccati «fondi europei, ma anche italiani» per 40 miliardi, che potrebbero andare in ricerca e sviluppo. Ci sarà poi la revisione delle tariffe autostradali e a fronte di questi accordi con le società che mobilitino lavori per 10 miliardi. Naturalmente l’attenzione del Premier e del ministro del Tesoro sulle banche resta alta: «Stiamo finalizzando la procedura per riaprire il canale di finanziamento alle imprese e quindi – ha garantito Tremonti – ci sarà un provvedimento per limitare la riduzione e la restrizione del credito». Tutto ciò deve essere accompagnato da «un impegno da parte del sistema bancario, non solo a mantenere, ma ad ampliare i canali di finanziamento alle imprese». Di tutto ciò Tremonti ha parlato con il presidente dell’Abi, che gli ha dato ampie garanzie in proposito.
«Si tratta di un provvedimento che vale cinque punti del pil», ha puntualizzato con soddisfazione Berlusconi. Il presidente del Consiglio non ha mancato di rimandare al mittente le critiche dell’opposizione, che da settimane accusa il Governo di troppa lentezza nel varare provvedimenti anti-crisi: «Posso dire con fermezza che non siamo in ritardo come afferma la sinistra. Anzi, siamo qui a valutare gli interventi su scala globale; è chiaro che finora nessuno ha fatto niente da solo», ha spiegato. Quindi ha giudicato provvidenziale l’anticipo della manovra economica a prima dell’estate: «Abbiamo anticipato al finanziaria a luglio e, grazie alla scelta di farla durare tre anni, abbiamo anticipato i rischi. Mi vengono i brividi – ha aggiunto – a pensare come sarebbe adesso la situazione, con questa crisi, se non avessimo la finanziaria già approvata».