Un “patto per la convergenza” tra aree diverse nell’ offerta di servizi essenziali da definire con una legge annuale di coordinamento della finanza pubblica con obiettivi triennali per ridurre le distanze tra regioni, programmando il livello della pressione fiscale e un organismo indipendente di monitoraggio.
Questa la proposta del Pd per attuare il federalismo fiscale, illustrata ieri dal senatore Walter Vitali, relatore di minoranza sul ddl che viene esaminato congiuntamente dalle commissioni Affari Costituzionali, Bilancio e Finanze del Senato.
«Il Pd – ha detto Vitali – ha una proposta per contribuire in modo costruttivo ad una discussione che consideriamo cruciale. Ma dalle audizioni sono emerse giuste preoccupazioni sugli effetti del disegno di legge Calderoli che devono avere una risposta. Il Governo e la Presidenza delle Commissioni, eventualmente incaricando il Servizio Studi del Senato e istituti come l’Isae che si sono resi disponibili, deve fornirci le simulazioni ufficiali sugli effetti della sua proposta. Questa è la condizione per procedere con serenità e in piena consapevolezza all’esame del provvedimento».
«La proposta avanzata dal PD – ha spiegato Vitali – si distingue da quella del Governo innanzitutto per il Patto per la convergenza tra i diversi territori nell’offerta dei servizi essenziali. Il Governo propone di passare dal criterio della spesa storica a quello dei costi standard, e noi siamo d’accordo. Ma se ci si limita a questo si fotografa una situazione di forte squilibrio territoriale nell’offerta di servizi fondamentali tra il sud e il centro-nord».
«Con una legge annuale di coordinamento della finanza pubblica, che faceva parte anche del ddl proposto dal governo Prodi, vanno stabiliti – sostiene Vitali – obiettivi triennali per avvicinare le diverse regioni nell’offerta dei servizi, e va programmato il livello della pressione fiscale complessiva in modo che si riduca quella dello Stato e si possa esercitare l’autonomia tributaria degli enti territoriali».
Il secondo punto che caratterizza la proposta del Pd è l’idea del federalismo fiscale come un «processo scandito in fasi che prevedono un’attenta verifica prima di procedere oltre».
«Proponiamo – ha detto Vitali – un organismo indipendente di monitoraggio e di elaborazione delle informazioni, e una Commissione parlamentare specifica formata da un numero ristretto di rappresentanti di Camera e Senato che esprime il parere sui decreti legislativi delegati.
«Il terzo punto di maggior rilievo – ha concluso Vitali – è il sistema di perequazione verso le Regioni e gli enti locali dei territori con minor capacità fiscale per abitante».