Roma – Il Censis ha rilasciato oggi un dossier nel quale vengono illustrati i dati circa le «Abitudini e sorprese nel voto degli italiani». Sotto la lente d’ingrandimento, allo scopo di trarne indicazioni utili per le prossime politiche, le tornate elettorali del 1996, 2001 e 2006: secondo gli studiosi risulta infatti utile «definire le dominanti di fondo» che orientano le scelte elettorali degli italiani e decidono la contesa tra i partiti.
Affluenza – Un dato rassicurante è innanzitutto quello realtivo all’affluenza alle urne: il 90% degli aventi diritto fino alla fine degli anni Settanta si è recato a votare, cifra scesa al minimo storico nel 2001, con l’81,4%, risalita poi di quasi due punti nel 2006.
Propaganda – Il 32% dell’elettorato decide poi di votare soltanto durante la campagna elettorale; e le strategie di propaganda influenzano in particolar modo i giovani del nord Italia, quasi la metà, nel 2006. Anche gli anziani che hanno scelto chi votare nel corso della campagna elettorale sono comunque aumentati, passando dal 27,4% del 2001 al 31% di due anni fa.
Valori – Altro discorso è poi quello inerente alle motivazioni che spingono i cittadini alla scelta. In particolare sono state classificate come «motivazioni profonde» i «valori e ideali condivisi», incidente sull’orientamento del il 49,5% degli italiani. La «sanità» figura al primo posto degli interessi nel nostro Paese, seguono «previdenza e pensioni»: per il 31,6& nel 2006, mentre dieci anni prima contava per il 19 percento. Sembra, invece, che tra le “preoccupazioni più urgenti” degli italiani non ci sia il «fisco», segnalato come priorità dal 14,9% dei votanti nel 2006, né la scuola, con il 18% nello stesso anno.
Individualismo – L’esito della radiografia sulle intenzioni di voto condotta dal Censis è poi quello di una nazione «fortemente individualista»: oltre il 56% dei connazionali, e ben il 72% degli anziani dichiarano che bisogna “pensare, innanzitutto a se stessi e alla propria famiglia”. Quanto al giudizio sui nostri politici, il 59% ritiene che «usino il potere in modo arrogante per interessi personali» e il 12% valuta «eccessivo» il «peso della politica sulle attività economiche e nella vita dei cittadini». Solo il 4,7% pensa che i politici agiscano «per il bene comune». In ogni caso, è alta la fiducia nell’incidenza del voto sulla vita propria e dei propri familiari (per il 60%o) e per il futuro del Paese (per il 65%).