Berlusconi parla di tre o quattro settimane per esaminare i conti e per permettere agli imprenditori del Nord di rispondere “presente!” all’appello per il salvataggio di Alitalia. Veltroni di rimando chiede che si faccia tutto in 48 ore, richiesta giudicata impossibile dal leader del Pdl. “E’ assurda la richiesta di 48 ore da parte di Veltroni, – ha dichiarato Berlusconi ieri ai microfoni del Tg1 – visto che questo governo comportandosi al peggio ha dato 5-6 mesi ad Air France, unico interlocutore che poi ha presentato condizioni irricevibili”. Ma quali sono le reali possibilità di una risposta made in Italy all’offerta di Air France, accolta con imbarazzo persino dagli ambienti vicino al Pd e – quindi – all’attuale esecutivo?
Gli attori – Quella che fino a pochi giorni fa sembrava una vicenda riguardante Air France – Klm, Governo, sindacati e Sea (per altri versi) oggi scopre protagonisti anche Berlusconi e una cordata di imprenditori e banche italiane ancora però tutta da svelare. L’interesse di Air One non era un mistero, ma la vicenda sembrava conclusa. Spunta oggi l’ipotesi di un consistente supporto di Banca Intesa, confermatissima da Berlusconi e non smentita dagli interessati: “Non è vero – ha dichiarato nella serata di ieri ai microfoni di Sky Berlusconi – che Intesa–San Paolo si è ritirata. Il dottor Passera non ha detto che non era disponibile, ha detto solo che in questo momento non c’era niente sul tavolo”. Ma la cordata? Berlusconi, precisando che una eventuale partecipazione dei figli sarebbe solo “ad adiuvandum” di nomi non ne fa “per riservatezza”, ma le poche che fanno “outing” sulle agenzie sono riconducibili a persone – quando non candidate nel Pdl – idealmente vicine al candidato premier. E se la provincia di Milano e la Camera di commercio sono tiepide in merito (la paura di perdere Malpensa c’è ma anche quella di imbarcarsi in un progetto per salvare una compagnia aerea che ha perso 15 miliardi di euro in 15 anni) il presidente Roberto Formigoni conferma: “Esiste una cordata italiana, è pronta e si paleserà a breve”. Formigoni non risparmia poi una stoccata all’esecutivo: “Sarà necessario che il Governo riservi a questa cordata lo stesso trattamento, e basterebbe anche un po’ meno, che ha riservato ad Air France”. A cominciare dal tempo per le due diligence.
Le cifre – Digerite dal Tesoro quelle dell’offerta per il pacchetto azionario da parte da AF-Klm, restano sul piatto quelle indigeste ai sindacati degli esuberi a seguito della decisione di dimettere i 5 aerei full cargo e del futuro incerto dei lavoratori di Az servizi (manutenzione, handling, informatica, call center, amministrazione). Poi ci sono quelle di Open Sky, che però purtroppo non riguardano un’Alitalia in queste condizioni. L’effetto della liberalizzazione è calcolato in un aumento complessivo di 25 milioni di passeggeri nei primi soli 5 anni, con benefici economici pari a 12 miliardi l’anno con la creazione di 80.000 nuovi posti di lavoro. Una torta di cui il nostro malato non avrà la forza di mangiare nemmeno una fettina. “E’ un vero peccato se all’entrata in vigore di questo accordo l’Alitalia non sarà nelle condizioni di sfruttarlo appieno. L’Alitalia perde un’occasione d’oro”. Fanno sapere da Bruxelles.
Insomma, la polemica politica, fisiologicamente, si infiamma (nonostante i richiami bipartisan a tenere tutto fuori dal “tritacarne” elettorale) a causa delle elezioni imminenti con reciproci scambi di accuse sulla fretta di chiudere o sull’urgenza di rimandare rispetto a una data del voto che pare una sorta di anno zero politico/economico, almeno su questa questione. Sullo sfondo, ma forse non tanto, restano, da un lato, la questione degli esuberi (su cui, fanno sapere da Parigi, Spinetta sta lavorando con “serietà, buona volontà e grande scrupolo”) e, dall’altro, le notizie che arrivano da Bruxelles sulla operazione Open Sky, cioè la completa liberalizzazione delle tratte tra Ue e Usa, il cui avvio è previsto per il 30 marzo e che darà una scossa incredibile al settore e a cui, ovviamente, Alitalia non potrà partecipare. Quel che pare certo è che ormai è tempo di sciogliere certi nodi.