«Il Network auspica la costituzione anche nella prossima legislatura dell’Intergruppo per la Sussidiarietà, cui attualmente aderiscono circa trecento parlamentari». È il desiderio espresso da Emmanuele Forlani, Segretario Generale della Fondazione per la Sussidiarietà, che, assieme ad altri otto enti e fondazioni, ha presentato oggi a Montecitorio l’appello alla politica per rilanciare il dialogo istituzionale e culturale in Italia. Il network già da due anni lavora con l’obiettivo di proporre alla politica interventi per il bene e il futuro del Paese con la volontà di porre la nuova legislatura, di qualunque segno esso sia, di fronte al fatto che la sussidiarietà è sinonimo di libertà ed è innanzitutto una questione di metodo poichè le riforme si fanno assieme e non attraverso «colpi di maggioranza». Ad appoggiare il progetto delle fondazioni, 280 parlamentari della più disparata estrazione politica e culturale, definiti oggi «una fondamentale interfaccia nelle Camere per le proposte elaborate dal gruppo».
L’idea che fa da fondamento al lavoro del network è che «la timida definizione di sussidiarietà ospitata dal nuovo Titolo V della Costituzione deve oggi trovare applicazione nella quotidianità della politica in tutti i suoi livelli e gradi». Il risvolto pratico di questo assunto è la realizzazione di «strumenti di libertà di scelta » come l’istituto del 5 per mille, strumenti a vantaggio dlle famiglie, per i servizi di welfare, per le imprese al fine di realizzare quella sussidiarietà orizzontale che è il primo punto dell’appello.
Accanto a questa, una sussidiarietà verticale che operi nell’assetto delle istituzioni, «vero processo federalista» che necessita del federalismo fiscale per essere attuato: un federalismo differenziato «nel quale chi è in grado di reggersi sulle proprie gambe possa andare da solo mentre chi è più indietro possa essere aiutato a crescere». Oltre a questo è ferma convinzione della Fondazione, anche a seguito di un’indagine da essa condotta, che i cittadini desiderino partecipare attivamente alla vita politica; è dunque naturale la richiesta di studiare sistemi elettorali più adeguati, che incrementino il peso del singolo nel decidere da chi dovrà essere rappresentato. Infine, per ridare dignità e utilità alla politica, occorre non trascurare il ruolo decisivo che può essere svolto dai regolamenti parlamentari, i quali «determinano la concreta configurazione della forma di governo in modo più sotterraneo ma assai più penetrante delle stesse previsioni costituzionali. Riteniamo indispensabile – si legge nel testo – che la modifica dei regolamenti parlamentari venga assunta come primo atto delle nuove camere».
(Foto: imagoeconomica)