Persino il presidente della Repubblica ha detto ieri che la legge sul federalismo fiscale è «ineludibile». Ma sul come si debba realizzare questa legge le opinioni rimangono ancora abbastanza divergenti. Basta vedere la polemica a distanza tra Roberto Formigoni e Sergio Chiamparino in due interviste comparse ieri e l’altro ieri sul quotidiano La Stampa.



Secondo il sindaco di Torino, nonché ministro-ombra per le riforme, la proposta di federalismo fiscale lanciata dalla Lombardia con la proposta di legge del giugno 2007 presenta una serie di criticità. Le stesse, peraltro, ricordate ieri da Luciano Pizzetti, responsabile nazionale del Pd per il federalismo, nell’intervista rilasciata a ilsussidiario.net. Anche secondo Chiamparino, infatti, «il problema non è il modello, sono i soldi. Noi siamo pronti ad accettare la sfida del cosiddetto federalismo regionale differenziato, tipo quello che propone la Regione Lombardia. Ma sulla ripartizione delle risorse, l’ingiustizia è clamorosa: loro vogliono trattenere l’80% dell’Iva, il 15 dell’Irpef, le accise e le imposte su tabacchi e giochi. In questo modo, solo da 3 a 6, secondo le stime, Regioni italiane sarebbero in grado di gestire i servizi. Le altre dovrebbero chiedere trasferimenti dallo Stato o alzare le tasse per i loro cittadini. Il sistema diventerebbe impossibile da sostenere».



Una risposta alle parole di Formigoni che il giorno prima, sempre dalle colonne del quotidiano torinese, aveva parlato in termini decisamente positivi dell’incontro con Veltroni, da cui, secondo il governatore della Lombardia, era emerso che «la linea del Pd nazionale è uguale a quella del Pd della Lombardia». «La posizione di Chiamparino mi ha sorpreso – ha aggiunto Formigoni – ho il sospetto che si confonda sul modello su cui stiamo lavorando. Gli parlerò nei prossimi giorni». E sulle ipotesi di un possibile squilibrio tra regioni generato dal federalismo fiscale Formigoni rassicura: «Non bisogna avere preoccupazioni. I meccanismi di compensazione continueranno ad esserci. I trasferimenti di risorse verranno commisurati alla capacità di rinnovamento delle Regioni. Nessuna Regione potrà avere più della media delle cinque Regioni più virtuose. Ma non potrà essere tollerato che in certe zone si spenda 100 euro per una Tac che altrove ne costa 5. Non può essere un ritorno mascherato alla Cassa del Mezzogiorno». E ancora ieri è tornato sullo stesso argomento, ribadendo le critiche alle parole di Chiamparino e dichiarando che il federalismo implica «più responsabilità per le regioni, più trasparenza per i cittadini, servizi più efficienti. L’Italia non uscirà certamente scardinata, anzi. Le regioni più in difficoltà avranno indicata la strada per raggiungere quello che nelle regioni più virtuose già è pratica quotidiana».
A dimostrazione che su questo percorso Formigoni intende andare avanti speditamente, ha aggiunto: «Ho chiesto ufficialmente a nome della Giunta alla presidenza del Consiglio che riprenda il tavolo delle trattative tra la nostra regione e il Governo sul federalismo fiscale»

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