Il Consiglio dei ministri di questa mattina ha dato il via libera alla bozza del ddl delega sul federalismo fiscale predisposta dal ministro della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli. Una riforma che «è stata fatta per far star meglio tutti e non penalizza nessuno», come ha detto lo stesso Calderoli in conferenza stampa a Palazzo Chigi, difendendo anche la costituzionalità del testo e assicurando che il provvedimento – approvato oggi in Cdm in via preliminare – «consente di garantire i diritti costituzionali su tutto il territorio nazionale».
Il testo, ha proseguito l’esponente leghista, «ha avuto il concorso di tutti e non solo delle forze politiche di maggioranza. Abbiamo infatti coinvolto – ha ricordato – i comuni, le province e le regioni. Ritengo che il grande obiettivo di coniugare efficacia e responsabilizzazione (anche in senso di solidarietà fiscale), sia stato raggiunto» grazie anche «al confronto che abbiamo avuto con il Sud e con gli enti locali».
Guardando alla ‘filosofia’ del provvedimento, che il prossimo 18 settembre sarà esaminato dalla Conferenza unificata per poi procedere il suo cammino verso l’approvazione entro la fine del mese, Calderoli ha sottolineato che «evidentemente chiede una maggior responsabilizzazione della classe amministrativa, una trasparenza di gestione e un controllo dell’utilizzo delle risorse». In poche parole, ha spiegato sempre Calderoli, «abbiamo interrotto il trasferimento dallo Stato al territorio senza una corretta valutazione dell’entità erogata e del suo utilizzo». Un passaggio che interromperà, «dopo un certo numero di anni», la cosiddetta «spesa storica che oggi fa sì, ad esempio, che l’amministratore che spende di più, riceve più soldi. In questo senso è stato introdotto il concetto di spesa standard (su parametri di costi di servizi efficaci) che sostituirà, appunto, quella storica».