Una tassa sulle auto e una sui carburanti a favore delle province, le tasse sugli immobili incassate dai Comuni, una tassa di scopo destinata a opere pubbliche, turismo o trasporti urbani, sette città metropolitane, nuove norme per Roma capitale. Sono queste alcune delle novità contenute nel testo aggiornato del disegno di legge sul federalismo fiscale che il ministro per la semplificazione legislativa Roberto Calderoli ha presentato ai rappresentanti dell’Upi, l’Unione delle province italiane, rappresentate dal presidente dell’associazione Fabio Melilli e dal vicepresidente Alberto Cavalli. Per sanità, assistenza e istruzione, il finanziamento integrale delle prestazioni essenziali, sulla base dei costi standard avverrà con il gettito Irap, destinato a essere sostituito con tributi propri e con la compartecipazione regionale all’Irpef e all’Iva e con aliquote del fondo perequativo previsto dalla riforma.
Nell’ambito delle città metropolitane, saranno finanziati i comuni capoluogo con più di 350mila abitanti. L’elenco delle città destinate a divenire città metropolitane, cui saranno garantiti una più ampia autonomia di entrate e di spesa, comprendeva, nei provvedimenti finora approvati, sette città oltre i 350 mila abitanti, (Roma, Milano,Firenze,Torino,Napoli,Bologna e Genova) e due, Venezia e Bari, con un numero inferiore di abitanti. Queste due ultime città quindi, al momento, non godrebbero dei finanziamenti per le città metropolitane. I comuni avranno una tassa propria sugli immobili che andrà a sostituire tutte quelle in vigore e che attualmente nella maggior parte dei casi vanno allo Stato e la possibilità di istituire tasse di scopo anche in occasione di eventi turistici particolari.
Le Regioni, nell’ambito dei propri poteri legislativi in materia tributaria, possono istituire nuovi tributi comunali e provinciali e delle città metropolitane nel proprio territorio, specificando gli ambiti di autonomia riconosciuti agli enti locali; mentre gli Enti locali, hanno il potere di modificare le aliquote dei tributi loro attribuiti da tali leggi, nonché di introdurre agevolazioni. Dispongono infine di «piena autonomia» nel fissare le tariffe per prestazioni o servizi offerti «anche su richiesta di singoli cittadini».