Scontro sul testamento biologico al Senato, dove alle 18 è in programma il voto finale sul ddl Calabrò in vista del passaggio a Montecitorio. Dopo il via libera all’articolo che riguarda la forma e la durata della «dichiarazione anticipata di trattamento». Con il sì all’articolo 4 è passata, infatti, una modifica sostanziale alle legge, che cancella, di fatto, il carattere vincolante per i medici delle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) firmate dai malati. È stato accolto un emendamento dell’Udc, a prima firma del senatore Fosson, che modifica il primo comma dell’articolo e questa scelta ha scatenato una bagarre in aula. L’opposizione ha accusato la maggioranza di aver «svuotato la legge» che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l’accanimento terapeutico.



«Eravamo qui – ha protestato Anna Finocchiaro – per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le dichiarazioni non conteranno assolutamente nulla. C’è un limite oltre il quale la finzione non si regge più». Alla Finocchiaro, che ha parlato di «legge imbroglio», ha replicato lo stesso relatore Raffaele Calabrò, spiegando come l’intenzione della modifica all’articolo 4 è quella di «tener conto delle valutazioni del medico» visto che ci possono essere progressi della medicina che vanno presi in considerazione. Il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sostenuto che con le dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «Questo è il bacio della morte alla legge sul testamento biologico, da stamane ufficialmente carta straccia» ha aggiunto Marino.

Leggi anche

Rosi Bindi: "Salvini era ed è tuttora filoputiniano"Mille bare in piazza, Bombardieri (Uil): morti lavoro inaccettabili