«Il Pdl fa sintesi, si riunirà nei prossimi giorni e sulla legge ipotizzerà una sua linea. Poi, rispetto a quella linea, è consentita una libertà di coscienza» senza che vi sia la riproposizione nell’antagonismo laici-cattolici. Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, rispondendo ad una domanda sul testamento biologico, nel corso della trasmissione ‘Omnibus’ su La7, e indicando l’intervento di un organismo collegiale.
Le «complessità – ha infatti aggiunto – devono essere sciolte da organismi collegiali. La sintesi che realizzeremo sul tema del fine di vita non potrà che essere affidata ad un organismo collegiale, che prenderà una linea, definirà una sintesi, a maggioranza». Sottolineando la delicatezza del tema, Sacconi ha quindi sostenuto che «noi riusciremo a fare questa sintesi, in termini largamente accettati. Lo stesso Fini ha detto: so che la mia posizione è minoritaria», riferendosi alle parole del presidente della Camera su stato etico e laico.
Il Pdl, ha inoltre sottolineato Sacconi, «nasce con alcuni elementi di novità importanti, con l’aspirazione di superare le antinomie della vecchia politica: laici-cattolici, popolari-riformisti», temi «su cui abbiamo cercato di fare sintesi, le quali possono non essere totalizzanti, come è umanamente possibile che sia, cioè non convincono tutti, però vanno oltre lo schema. Sul tema del fine vita non ci siamo divisi tra laici e cattolici, come tradizionalmente accadeva, abbiamo tentato una sintesi», ha aggiunto richiamando la vicenda di Eluana Englaro. Vicenda affrontata con «un approccio ritenuto laico».