Sulle prossime nomine si giocano il futuro della Rai e la credibilità dei suoi vertici: è il messaggio che esce dalla giornata per l’autonomia dell’informazione organizzata da Roma dalla Federazione nazionale della stampa italiana e dall’Usigrai. In primo piano, pero’, ‘la brutta aria che tira anche fuori del servizio pubblico’, sottolinea il presidente della Fnsi, Roberto Natale, che cita il ddl intercettazioni, di nuovo in Aula alla Camera dal 9 giugno: ‘Contro un provvedimento bavaglio il giornalismo italiano sapra’ trovare il modo per reagire e dimostrare che alla nostra autonomia teniamo’. Ma e’ soprattutto la Rai a tenere banco nel dibattito. Il segretario della Fnsi, Franco Siddi, chiama in causa Paolo Garimberti: ‘Voglio pensare che il presidente di garanzia della Rai abbia votato a favore delle nomine a Raiuno e al Tg1 in nome dell’interesse dell’azienda. Tuttavia si e’ creato un problema politico nello schieramento dei consiglieri di opposizione. Sarebbe importante, se Garimberti ha seguito un metodo tutto aziendale, che nelle prossime nomine emergano scelte che non abbiano nulla a che vedere con organigrammi circolati nelle ultime settimane e nate in palazzi privati’. ‘Il timore – afferma il segretario dell’Usigrai, Carlo Verna – e’ che finora sia stata solo tratteggiata la prima parte del disegno definito a palazzo Grazioli ad aprile. Se si andra’ avanti su questa strada, ci mobiliteremo in tutti i modi possibili’. Piuttosto, ‘si tengano procedure selettive per l’accesso alla Rai e autocandidature basate sul curriculum’. Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, giudica le nomine da poco varate in Rai ‘uno schiaffo per tanti dirigenti, lontanissimi dal centrosinistra. Penso a Giancarlo Leone, privato delle due deleghe. A Fabrizio Del Noce, che ha pagato, come Claudio Petruccioli o Guido Paglia, l’essersi scontrato con santuari interni come la fiction. Mi chiedo perche’ un dirigente bravo come Pasquale D’Alessandro non possa gestire una rete o Mauro Mazza non possa guidare il Tg1. A questo punto mi aspetto che la seconda parte dell’organigramma di palazzo Grazioli finisca nel cestino della spazzatura’. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Gentiloni e Vincenzo Vita (Pd), Francesco Pardi (Idv), l’avvocato Domenico D’Amati e il segretario di Stampa romana Paolo Butturini.



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