Nasce, su iniziativa dei Radicali, il comitato per il ‘no’ al referendum sulla legge elettorale del 21 giugno. Un comitato, spiegano in una conferenza stampa Emma Bonino, Marco Cappato, Michele De Lucia, Filippo Di Robilant e Sergio D’Elia, “aperto” che punta anche a “coagulare i tanti mal di pancia che ci sono nei vari schieramenti” sulla consultazione popolare e soprattutto sul suo esito.
Se vincesse il sì, sottolineano infatti gli esponenti del partito di Largo di Torre Argentina, “l’esito sarebbe peggiore del ‘porcellum’, così elegantemente definito dal suo estensore” visto che “crea un falso bipartitismo” che Emma Bonino definisce “sotto il vestito niente” perché “privo di strumenti di garanzia, di collegi uninominali, della possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti”.
“Non accetterei questo tipo di modello – assicura la vice presidente del Senato – nemmeno se il primo ministro fosse Pannella…”. Il punto, per la Bonino e gli altri, è tra l’altro che “a nostro avviso non tutti i leader politici hanno letto bene i quesiti e non conoscono nemmeno le norme sul referendum”.
“E’ indubbio – prosegue Bonino – che alcuni lo considerino uno stimolo, una sorta di Euchessina in dosi massicce, ma evidentemente non conoscono la Costituzione perché il referendum, come è stato concepito all’assemblea costituente, non è un sondaggio, ma uno strumento che un esito vincolante”. Bonino parla dei partiti che invitano a votare sì perché ‘il porcellum non e’ una buona leggé, “allora non vedo l’utilità di aggravarla…”.
O ancora di chi dice di votare sì in vista di un impegno a una riforma: “e questa – attacca Bonino – è una motivazione aberrante dal punto di vista giuridico visto che l’esito è vincolante”. Inoltre, anche nel Pd “non c’é un’idea sul modello di riforma: c’é chi vuole la tedesca, chi la spagnola: immagino che verrebbe fuori un papocchio all’italiana con un po’ di spagnolo, un po’ di brasiliano, magari uno sguardo alla Nuova Zelanda…”. I Radicali, infine, attaccano il regolamento sulla par condicio della Vigilanza, del quale stanno circolando bozze e che, ironizza Bonino: “pare avere dati di innovazione notevole…”.
Non solo, il Comitato per il ‘no’ assicura che si farà promotore di tutte le iniziative giuridiche possibili “con la cocciutaggine che ci contraddistingue”, contro la scelta “incostituzionale” di indire il referendum il 21 giugno, oltre i limiti temporali previsti per legge.