Oggi tra i video più visti su YouTube si piazza l’appello al voto per le Europee 2009 di Dario Franceschini. In esso il leader del PD, mezzobusto davanti a uno schermo verde e accanto al simbolo tricolore del partito esordisce con la crisi da affrontare, con uomini e donne che ogni giorno lottano contro le pensioni basse, la perdita dei posti di lavoro, l’aumento dei prezzi. Poi viene il consolidato «chi governa non può girare la testa dall’altra parte», seguito dall’utilità dello stare anche all’opposizione, come le proposte «concrete» ma bocciate del PD in palamento. Prosegue enunciando la volontà del Partito Democratico di cambiare il paese, come ovvio prima delle elezioni, e non manca di citare la fatica dello scontrarsi con un avversario «mille volte più potente, che controlla tutto», per dovere verso il futuro della democrazia che rischia di diventare una tirannia.



Due cose sono da notare a proposito di questo videomessaggio, al di là del contenuto specifico del partito.

La prima, di ordine logico e quasi una postilla, la evidenzia uno dei commenti lasciati dai visitatori del sito, e cioè che in questo invito al voto alle Elezioni Europee l’Europa non è neanche menzionata. Come fa notare poi un altro commentatore, ed è palese anche dalla scelta del testo che appunto non parla di UE, le votazioni del 6 e 7 giugno sono proposte esclusivamente come un’occasione di politica interna.



La seconda, di ordine generale, è costituita invece dalla novità del fatto che uno dei video più cliccati sia un appello politico. O almeno può essere una novità in Italia. Negli USA infatti Obama ha abituato gli americani ad una campagna a larghissimo uso di new media. Qui da noi invece sembra che rimangano preferiti i quotidiani e TV. Tra i partiti più innovativi in questo senso, dunque, si colloca il PD con altri 4 video su Youtube, contenenti domande degli elettori democratici su temi quali ambiente, lavoro, immigrazione e social card.

Anche altri partiti hanno seguito la corrente americana, ma in misura tendenzialmente minore: il Pdl ha un solo filmato su Berlusconi, mentre la Lega ci crede con addirittura 6 video che puntano ovviamente su sicurezza, federalismo e immigrazione. Non si sono astenuti da YouTube neanche Radicali, Sinistra e Libertà, Rifondazione e Di Pietro, oltre che Autonomia.



Un ultimo appunto : a ben vedere non è però un caso che il video di Franceschini sia uno dei più visti, in particolare se si pensa che i dirigenti del Partito Democratico hanno chiamato i guru dell’omonimo d’oltreoceano per lavorare alla propria immagine. Così quelli della Blu State Digital sono arrivati in Italia a maggio proprio per potenziare gli strumenti online e la mobilitazione attraverso social network. E parrebbe funzionare, almeno a giudicare da questo risultato.

Che in futuro, seppur lontano, anche da noi le elezioni si facciano a colpi di YouTube, invece che di comparsate TV?