Il sottosegretario al welfare Eugenia Roccella proprio non ci sta. E’ ora di finirla con la retorica delle ricerche promettenti strozzate con atto autolesionista dalla mancanza di fondi, quando ciò che spesso è contestato all’Italia sono proprio i finanziamenti a pioggia.
E lo fa questa volta dalle colonne de Il Giornale, dove difende la sentenza del Tar che ha respinto il ricorso di tre ricercatrici che reclamavano i fondi per la ricerca sulle staminali embrionali.
«Il bando, come sempre, destina i finanziamenti a un particolare tipo di ricerca, escludendone altri: questo è il compito istituzionale del Ministero – precisa il sottosegretario Roccella – che sentiti gli esperti, deve stabilire le priorità in base a criteri di utilità, urgenza, ragionevoli aspettative di successo i una ricerca, e così via».
Ma la ricerca sulle staminali embrionali non prometteva la cura quasi miracolosa di lesioni cerebrali, infarti e diversi tipi di infortuni, dalle ustioni alle lesioni interne?
«Sarebbe meglio chiedere a Ian Wilmut, colui che clonò la famosa pecora dolly perchè abbia abbandonato quel filone di ricerca, o ricordare la più gigantesca truffa scientifica della storia, di cui fu protagonista il coreano Hwang, che pubblicò proprio su Science, uno studio (rivelatosi poi un clamoroso imbroglio, assai imbarazzante per la rivista) in cui sosteneva di essere riuscito a ottenere staminali embrionali attraverso la clonazione teapeutica», prosegue nel suo intervento la Roccella.
Le studiose in questione, ha proseguito, sono in grado di operare e ci sono bandi europei sulla ricerca di base dai quali hanno ottenuto fondi e che non hanno come quelli del ministero e delle regioni finalizzati invece a ricerche che abbiano risultati rapidamente trasferibili al piano clinico (cioè immediatamente utili per i pazienti).
«Mi chiedo quindi – ha concluso – se si tratta davvero di confusione o se invece è in gioco la sopravvivenza di una lobby precisa, una lobby che nell’ambito della ricerca aveva guadagnato negli ultimi anni una posizione di dominio che oggi vede a rischio e che vuole difendere a tutti i costi».