José Manuel Durao Barroso ha fatto un passo di avvicinamento alla sua riconferma alla presidenza della Commissione Ue. Dopo avere avuto il sostegno politico dei leader europei durante il vertice Ue di giugno, Barroso ha incassato oggi la nomina ufficiale dei Ventisette, che hanno formalizzato la loro decisione di designarlo alla guida dell’eurogoverno dal primo novembre di quest’anno per cinque anni. ‘Spero che saremo in condizione al piu’ presto di fare progredire l’Europa per risolvere alcuni problemi importanti con i quali ci dobbiamo confrontare, come i cambiamenti climatici e la crisi finanziaria’, ha affermato il premier svedese e presidente di turno Frederik Reinfeldt, il quale ha spiegato che con la procedura scritta avviata per formalizzare la candidatura, l’Ue ha ora una ‘designazione unanime da parte dei capi di stato e di governo’. La decisione e’ stata inviata al Parlamento europeo che dovra’ pronunciarsi sull’indicazione dei leader Ue. E’ decisamente tramontata l’opzione di votare sulla nomina di Barroso gia’ nella sessione inaugurale di Strasburgo, che si apre il 14 luglio. Un percorso sostenuto dai Popolari, ma al quale si sono opposti i socialisti e democratici e i liberaldemocratici, che non volevano che l’assemblea di Strasburgo si limitasse ad un semplice atto di convalida di una decisione presa in un’altra sede. I tre gruppi, dopo le consultazioni a Stoccolma avviate dalla presidenza di turno svedese in apertura del suo semestre, avrebbero raggiunto un accordo per un voto nella sessione di settembre. Il calendario sara’ definito dalla conferenza dei capigruppo che si riunira’ la prossima settimana a Strasburgo e li’ si vedra’ se l’intesa fra i tre principali gruppi parlamentari regge. Si tratta di una necessita’, dato che i popolari da soli non sono in grado di assicurare una maggioranza in Parlamento.