Durante la conferenza stampa a palazzo Chigi il premier Silvio Berlusconi nel rispodere ad una domanda di un giornalista ha mosso una critica al Tg3 scatenando un vero putiferio che ha coinvolto maggioranza e opposizione sul ruolo della Tv di stato.
Il tutto è nato da una osservazione fatta dal premier che ha voluto sottolineare come nell’edizione di ieri del telegiornale ci fossero “quattro titoli tutti negativi” sull’azione dell’esecutivo. Una sottolineatura che ha portato Berlusconi a dire che “non possiamo più sopportare che la Rai sia l’unica televisione pubblica al mondo che attacchi il governo. C’è una sinistra che attacca e una maggioranza democratica che non attacca gli altri. La Rai faccia il servizio pubblico e non attacchi nè governo nè opposizione”.
Non si è fatta attendere la reazione del presidente della Rai, Paolo Garimberti, che ha voluto replicare alle parole del cavaliere: “L’informazione del servizio pubblico non è, e non deve mai essere, nè pro nè contro alcuno ma ha l’obbligo di raccontare i fatti. Le notizie non hanno colore nè odore e vanno date tutte, sempre, ma tenendole accuratamente separate dalle opinioni. Questo è il dovere del giornalismo, che sia servizio pubblico o privato ed è il suo patto fondante con i lettori e gli ascoltatori, tanto più se pagano il canone. Tutto il resto è speculazione politica che, come presidente della Rai, non mi interessa e non mi tocca”.
Durissimi sono stati gli attacchi giunti dai vertici dell’opposizione all’indirizzo del premier. Sono intervenuti direttamente i due contendenti alla futura segreteria del Pd. Pier Luigi Bersani ha così commentato: “Ancora autocelebrazioni, propaganda e miliardi a casaccio. Credo che la stanchezza per questo modo di comunicare cominci ad andare oltre l’area dell’opposizione”. “Niente di niente sui nostri problemi veri che si stanno aggravando con la crisi, primo tra tutti il lavoro, il lavoro di chi l’ha perso, il lavoro di chi lo vede a rischio, il lavoro di chi non lo trova. Nel giorno dei nuovi drammatici dati sul Pil il Presidente del Consiglio si preoccupa del Tg3. Il resto, evidentemente, è tutto risolto. Berlusconi, da sempre fieramente anticomunista, preferirebbe forse avere un’informazione pubblica di stile sovietico?”. Non è stato da meno il segretario del Pd, Dario Franceschini: “Noi siamo di fronte a un uomo politico che sfugge impaurito il confronto con il Parlamento e con l’opposizione, che teme le critiche della stampa libera. Riesce solo a fare uno show mediatico, un lungo monologo senza contraddittorio in cui si autoassolve per la vita privata e si autocelebra per quella pubblica come il miglior capo del governo del mondo”.
A difesa di Berlusconi si sono alzate le barricate del centrodestra che ha fatto quadrato attorno al premier rispondendo colpo su colpo agli attacchi dell’opposizione: “Quando il centrodestra è in maggioranza partono scomposte e assurde dichiarazioni in difesa della liberta’ d’informazione. Poichè costoro – afferma Giorgio Lainati- hanno come termine di paragone e come massima espressione del pluralismo la faziosità di Santoro e i teoremi di Travaglio, appaiono davvero irricevibili le loro ridicole lezioni di democrazia”.