È un “suicidio” “negare l’universalità dei diritti”. Lo ha affermato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, all’assemblea dell’Udc a Chianciano. E ha rincarato la dose rivolgendosi al leader della Lega: “Lo dico a Bossi: negare che accanto alla politica dei doveri verso gli immigrati ci sia la politica dei diritti non credo sia un suicidio politico ma è il suicidio della ragione, non solo della pietà cristiana”.



Applaudito dai centristi, il presidente della Camera ha parlato anche di un “rischio di discredito delle istituzioni” e ha rilanciato la necessità di fare le riforme. “Dobbiamo costruire – dice – una democrazia rappresentativa e governante, altrimenti rischiamo il cortocircuito”. “Più che archiviare il bipolarismo, bisogna lavorare per renderlo europeo”, ha proseguito Fini.



Si colgono infine atteggiamenti più moderati della terza carica dello Stato sui temi etici. Se a fine agosto alla festa del Pd Fini aveva detto di non volere che il Parlamento fosse troppo condizionato dal richiamo alla religione, auspicando maggiore laicità, oggi, ospite dell’Udc, ha fatto riferimento al Catechismo della Chiesa – a proposito dell’accettazione della morte naturale come evento inevitabile, con tutti i problemi connessi a questo tema -, parlando di una legge condivisa sul biotestamento e auspicando un confronto sereno ed equilibrato in Parlamento e nella società civile.



“Le mie opinioni – ha detto Fini – sono dissimili dalle vostre, ma vi assicuro che sarò garante di ogni deputato, che avrà la libertà di esprimere la sua opinione, senza coercizione. Abbiamo infatti il dovere di rispettare i regolamenti della Camera”. “Su una materia divisiva come questa – secondo Fini – si può scrivere una bella pagina per un effettivo superamento della becera contrapposizione tra laici e cattolici e questo può essere un elemento di confronto non solo in Parlamento, ma anche nella società civile”.