Travaglio pur non essendo d’accordo con lo sciopero contro legge bavaglio, il ddl intercettazioni, ha egualmente aderito. Travaglio, che condivide le ragioni dello sciopero contro la legge bavaglio, è convinto che lo sciopero dell’informazione avrebbe potuto assumere forme ben più convincenti.
Travaglio non capisce ma si adegua. E’, in sostanza, il senso di un suo articolo scritto per spiegare le motivazioni che lo hanno indotto ad aderire allo sciopero dell’informazione contro la cosiddetta legge bavaglio. «Non ha alcun senso – scrive Travaglio – protestare contro il bavaglio imbavagliandoci per un intero giorno, facilitando il compito agli imbavagliatori che – oltre al danno, la beffa – usciranno con i loro giornali-trombetta». Travaglio, infatti, fa presente che «non è un caso se i quotidiani che tifano bavaglio – Il Foglio, Libero (anzi Occupato) e il Riformista – e Il Giornale berlusconiano», «saranno regolarmente in edicola». E, se usciranno solo giornali favorevoli ad Ddl, le informazioni nel corso dello sciopero saranno da questi monopolizzate. «Bel risultato, non c’è che dire: un’intera giornata di pensiero unico non solo a reti unificate, ma anche a edicole unificate», commenta Travaglio.
Per Travaglio, c’erano forme decisamente più efficaci di contrasto pubblico alla legge. «Per esempio – spiega Travaglio – mandando in edicola i giornali listati a lutto, in forma di dossier con quegli atti giudiziari e quelle intercettazioni che negli ultimi anni non avremmo potuto pubblicare». Nonostante le sue perplessità, Travaglio ha deciso egualmente di aderire perché «siccome la Fnsi è diretta da organismi democraticamente eletti da tutti noi, non possiamo far altro che accettare la sua decisione di protestare con lo sciopero, per non dividere il fronte anti-bavaglio».
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