La presidente della Regione Lazio Renata Polverini si è recata oggi in visita alla discarica di Malagrotta, al centro di una complessa trattativa sul futuro dello smaltimento dei rifiuti a Roma. «Probabilmente ci sarà bisogno di un altro impianto di gassificazione», ha detto la presidente. Il problema di fondo è che Malagrotta – per decisione dell’Unione europea – dovrà essere chiusa e le istituzioni della regione faticano a trovare un sito alternativo. Il nuovo gassificatore potrebbe consentire di tenere aperta la maxi-discarica per altro tempo (tre anni, si ipotizza), rinviando la controversa questione della scelta del nuovo sito.
«Mi pare che ci siano tutte le condizioni – ha detto la Polverini durante la sua visita – per evitare una seconda Malagrotta, per arrivare a trattare quanti più rifiuti possibile per trasformarli in ricchezza per la città e per la regione insieme alla differenziata». Parole che sembrano anche volte ad evitare un conflitto tra l’amministrazione di Roma e quelle di Regione e Provincia.
Alla fine di dicembre infatti il sindaco Alemanno ha comunicato alla collega Polverini che non esiste all’interno del Comune di Roma nessun sito adatto ad aprire una nuova discarica.
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Da qualche settimana i circoli locali del Pdl hanno tappezzato Roma di manifesti contro il presidente della Provincia, il democratico Nicola Zingaretti, accusato di voler aprire una nuova discarica all’interno dei confini cittadini. Secondo i giornali locali, però, non sarebbe il solo Zingaretti a premere in questa direzione: sarebbe ormai consolidato un asse tra Regione e Provincia per mantenere i rifiuti romani nel perimetro della città.
La proposta di aprire un nuovo gassificatore potrebbe garantire altri tre anni di vita a Malagrotta, congelando la discussione sull’apertura di una nuova discarica.