La lettera di un lettore del Giornale, «fedelissimo» berlusconiano, sembra rispecchiare un malumore diffuso. «Ero berlusconiano, sono berlusconiano e domani vorrei essere nuovamente berlusconiano», spiega il lettore, lavoratore piemontese sposato e con figli. Ma il caso Ruby ha fatto sorgere in lui un dubbio: «Da italiano e da elettore fedelissimo mi chiedo se non sia meglio che Silvio si dimetta. Lasci la poltrona a Tremonti, a Letta, a Maroni, a Brunetta. Nel frattempo vada da chi lo accusa e lo sbugiardi. Credo che l’Italia oggi per sconfiggere la crisi non possa più permettersi di vivere alla giornata».
Sallusti coglie l’occasione per avvertire: «Non cadiamo nel tranello». Una trappola costruita anche dai grandi giornali, Corriere e Repubblica in testa, che si atteggiano a «moralisti» ma «sfruttano la prostituzione».
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Il direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi ricorda al lettore che si tratta di «un agguato della magistratura politicizzata». Arriva poi l’attacco a Corriere e Repubblica: «Lei forse non sa, ma glielo raccontiamo oggi, che i due giornali più indignati per le frequentazioni con ragazze di dubbia moralità, il Corriere della Sera e Repubblica , sfruttano la prostituzione (nessuno può escludere se minorile o no) pubblicando a pagamento annunci nei quali giovani escort si offrono ai lettori».
Ma i motivi per sostenere Berlusconi non riguardano solo la natura dell’attacco rivolto contro di lui. Bisogna anche pensare alle prospettive per il futuro. Via Berlusconi? È solo una suggestione che Fini, Casini e la sinistra stanno inculcando nella testa degli italiani. Non aspettano altro che distruggere il Pdl, e «il comunista Napolitano» non si opporrebbe ad un sovvertimento del risultato elettorale. «Io penso che lei sia in buona fede, ma non per questo politicamente sprovveduto al punto di non capire che un minuto dopo le dimissioni del premier nulla sarà più come prima, neppure il futuro di suo figlio».
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