Le prime dichiarazioni dell’ex presidente della Sicilia Salvatore Cuffaro, dopo la prima notte trascorsa nel carcere di Rebibbia.
Dopo aver trascorso la prima notte nel carcere di Rebibbia, in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a 7 anni per favoreggiamento aggravato alla mafia e rivelazione di segreto istruttorio, Salvatore Cuffaro ha dichiarato: «Non merito questa condanna, ma non mi voglio sottrarre a tutto questo, ho la forza per vincere anche questa battaglia». L’ex presidente Siciliano si è così espresso con il senatore del Pdl Luigi Compagna che è andato a trovarlo in prigione.
«L’ho trovato concentrato sui suoi libri, mi ha detto di essere sereno perché l’attesa è finita, è come se fosse uscito da un tunnel d’angoscia», ha dichiarato Compagna. «Ho la dignità per affrontare tutto questo, ce la farò, lo devo fare per i miei figli, ma anche per quello che ho rappresentato per le istituzioni», ha ribadito Cuffaro, che in carcere si è portato l’immagine della Madonna di Santa Rosalia, patrona di Palermo, il Vangelo alcuni libri tra cui La fattoria degli animali di Orwell. Domani si recheranno a fargli visita il senatore Calogero Mannino, suo mentore politico e deputato Saverio Romano. La moglie Giacoma andrà martedì.
CLICCA >> QUI SOTTO PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO
Intervistato da Sky Tg24, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ne ha sottolineato la «dignità del contegno».
Duro il commento del leader dell’Idv Antonio Di Pietro, che sul proprio blog scrive. «Poveraccio quel Paese in cui ci si deve stupire se un politico condannato, invece di gridare che i magistrati sono dei farabutti e di denunciare complotti contro di lui ha dichiarato di rispettare la magistratura e, invece di darsi alla fuga (come ha fatto a suo tempo il latitante Craxi, a cui ieri hanno incoscientemente inaugurato una strada a Lissone) si è andato a costituire».