Marina Berlusconi lancia strali contro Roberto Saviano, e intanto prepara la successione al padre Silvio.

– E’ la tesi di Filippo Ceccarelli su Repubblica, che per farlo utilizza strumentalmente il titolo di apertura de il Giornale di ieri, che annunciava: «Scende in campo Marina B.». Sotto un articolo di Vittorio Sgarbi, che girava all’interno, dedicato alla polemica tra la figlia primogenita del Cavaliere e l’autore di Gomorra. Ma tant’è, per i dietrologi di Repubblica è sufficiente per parlare di «gioco di specchi» sui giornali di casa Berlusconi.



Per Ceccarelli, «l’indicibile e il non-detto stanno nel fallimento politico, nel declino biologico e nell’ormai evidente inadeguatezza psico attitudinale del presidente sovrano, malato di quella cosa lì. Mentre nella rievocata possibilità che veramente scenda in campo sua figlia, Marina B., anche stavolta e di nuovo pare di cogliere quella garanzia di continuità che spesso solo la successione del sangue riesce ad assicurare ai regni in pericolo». E sempre per Repubblica l’annuncio è confermato, «al di là di qualsiasi imminente smentita», dalla grande immagine a colori di Marina Berlusconi.



Per Ceccarelli infatti «quell’immagine levigatissima, quegli occhi distanti, quelle labbra rese sensuali, e il colore non proprio naturale dei capelli, il vago sorriso di chi la sa lunga, la pelle troppo liscia, e in fondo anche il combinato disposto orecchini-collana e perfino il misterioso fondale che condivide con l’ignaro Saviano, ecco tutto grida al mondo che Marina è tutta sua padre, una specie di giovane Berlusconi con parrucca da donna, un promettente e chirurgico photo-shop di quelli che si adattano al potere in questo tempo di indizi mirabolanti e di riemersioni arcaiche».



Dopo avere tirato il sasso, l’editorialista di Repubblica è colto da un dubbio, e ritira la mano: «Che sia la volta buona, e quindi prossima l’abdicazione di re Silvio, è difficile dire. Di solito queste scelte si praticano e non si annunciano, ma il parlarne ripetutamente vuol dire sempre qualcosa, se non altro un tentativo di saggiare il terreno, o di far abituare all’idea». Come a dire: se poi le mie ipotesi si riveleranno per quello che sono, e cioè una vuota dietrologia, vi avevo avvertito che non stavo parlando sul serio.

 

«SAVIANO LASCI MONDADORI» – E sempre Repubblica di oggi ospita l’intervento di Sandro Veronesi, che riferendosi a Saviano si interroga: «A questo punto non capisco proprio cosa aspetti a cambiare editore, visto che al presidente della sua casa editrice le cose che pensa fanno "letteralmente orrore".

Da parte mia lo dico da mesi, a lui e a tanti altri scrittori che stimo e ammiro, che si può fare tranquillamente come ho fatto io lasciando Segrate nel ’92. Ma quelle parole le considero un vero insulto». Tutto è nato dopo che Saviano ha dedicato la sua laurea honoris causa, ricevuta all’università di Genova, ai pm del pool milanese che indagano sul caso Ruby. E Marina Berlusconi ha commentato: «Saviano mi fa orrore». Sono in tanti gli scrittori pubblicati da Mondadori che annunciano di essere pronti a lasciare la casa di Segrate.
Tra gli altri «dissidenti» Margaret Mazzantini, secondo cui «Saviano non è solo un autore, è un simbolo, e per come conosco da tanti anni la casa editrice, anche un orgoglio per gli editor, il direttore editoriale Franchini, gli altri autori. È chiaro, sempre più a ogni episodio, dallo scontro sulla mafia a quello sui giudici di Milano, che da qualche parte per noi c’è una sofferenza, credo siamo tutti tra lo sconforto e il disagio. Posso trovare naturale che da figlia Marina Berlusconi difenda il padre, ma nel suo ruolo di presidente della casa editrice quelle cose avrebbe fatto meglio a non dirle».

 

«PUBBLICHIAMO NOI SAVIANO» – Quattro le case editrici che secondo i rumors sarebbero pronte a pubblicare i prossimi libri di Saviano: Feltrinelli, Sellerio, Longanesi Gems e Rizzoli. Per non parlare di Fandango, di cui come editore e autore c’è Veronesi, che si augura «Saviano pensi almeno per dieci minuti a noi, poi deciderà da solo. Dopotutto eravamo interessatissimi a Gomorra, che abbiamo letto in diversi prima che decidesse di darlo alla Mondadori».

Mentre per Elido Fazi, che il 17 febbraio aprirà una collana di saggistica coordinata da Vito Mancuso, ex autore Mondadori, «mi ricordo l’incontro con Saviano. Avrei pubblicato Gomorra di corsa, anche se certo non so se avrebbe venduto altrettanto. A maggior ragione vorrei ora Saviano con noi». Aldo Busi invece, un altro autore Mondadori, intervenuto con un articolo su Dagospia, ricorda a Marina Berlusconi che «il conflitto d’interessi l’ha creato suo padre scendendo in politica, mica Saviano, anzi, mica noi, che prima ancora di essere autori Mondadori siamo dei semplici cittadini e vogliamo mantenere il diritto di dire la nostra sui fatti della politica e del Paese, che le piaccia o no». E domanda provocatoriamente Busi: «Saviano e io, e cento altri, di editori ne troviamo quanti ne vogliamo, ma l’editore Marina Berlusconi su quanti Saviano e quanti Busi può contare se ci perde?».

L’AFFONDO DI ALDO BUSI – Per lo scrittore quindi ogni dichiarazione di Marina Berlusconi mette a rischio il futuro della Mondadori, che per Busi dovrebbe poter andare avanti anche nell’ipotesi in cui Berlusconi scelga di ritirarsi dalla politica, magari restando nelle mani dello stesso attuale proprietario. Quindi l’affondo polemico: «Suggerisco all’imprenditrice Marina Berlusconi di darsi una calmata ideologica da figlia del proprio e solo suo papà facendo come segue: a Segrate, chiami a raccolta tutti i "suoi" autori in un simposio aperto alla stampa e alle televisioni e chieda loro cosa pensano del Primo Ministro e, innanzitutto, quanto sono contenti di avere per referente editoriale un imprenditore della carta stampata che, guarda caso, è anche per l’appunto Primo Ministro».

(Pietro Vernizzi)